L’AQUILA – La Fondovalle Sangro con un investimento di 190 milioni, lo sfondamento della diga foranea di Pescara con 3,5 milioni, il raddoppio del tracciato ferroviario Pescara-Chieti con 111 milioni, fino al salvataggio dell’aeroporto di Pescara attraverso una modifica normativa europea sul piano della fiscalità e, infine, ai 133 milioni per la banda larga e ultralarga per garantire effettivamente un territorio regionale non solo raggiungibile e percorribile, ma anche connesso. Sono alcune delle opere messe in campo, dal Governatore D’Alfonso.
In totale sono circa due miliardi e mezzo le risorse finanziarie distribuite ai 305 Comuni abruzzesi e ad enti strumentali, 190.000 km percorsi, 16 ore giornaliere di dedizione lavorativa e capacità decisionale, 454 tavoli di lavoro tra Palazzo Chigi e i Ministeri per sostenere le ragioni dell’Abruzzo a livello di governo centrale. Sono questi i numeri relativi ai risultati conseguiti nei 45 mesi di presidenza regionale, presentati nel corso dell’incontro che Luciano D’Alfonso ha avuto con gli imprenditori abruzzesi allo stabilimento balneare “Hawaii” di Pescara.
“Sono pronto all’assunzione di responsabilità” ha dichiarato il presidente in vista dell’appuntamento elettorale del 4 marzo rivolgendosi agli esponenti dell’economia d’impresa: una proposta di rinnovata fiducia basata sulla concretezza e la fruttuosità della politica che D’Alfonso ha portato avanti nelle sedi istituzionali nazionali ed europee. Fermamente convinto che la ripresa economica e occupazionale passi attraverso una dotazione di infrastrutture stradali, portuali e aeroportuali a servizio delle imprese.
Il programma politico che D’Alfonso ha illustrato punta alla valorizzazione della posizione geografica strategica dell’Abruzzo attraverso la velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma con un investimento di 1,5 miliardi previsto dall’accordo di programma siglato tra Ministero delle Infrastrutture e RFI, e il completamento del Corridoio Baltico-Adriatico (rete transeuropea Ten-T) attraverso il prolungamento dell’alta velocità da Ancona a Bari.
Altra misura di politica industriale è l’istituzione delle Zes (zone economiche speciali) con un’estensione pari a 905 ettari di territorio caratterizzati da riduzione degli oneri fiscali ed amministrativi, nell’ottica di una maggiore attrattiva di investimento, in risposta all’esigenza di semplificazione burocratica e procedurale da sempre espressa dagli imprenditori e in coerenza con la visione dello stesso D’Alfonso secondo cui «è il sistema amministrativo a doversi compiegare all’esigenza dell’impresa”.