ROMA – Via libera dall’Aula del Senato al Ddl delega sul contrasto alla povertà che è stato approvato con 138 sì, 71 no, 21 astenuti. Il provvedimento che ha già incassato l’ok della Camera diventa legge e verrà così introdotto il cosiddetto reddito di inclusione per quei nuclei familiari che avranno i requisiti previsti dalla legge. La palla passa di nuovo al governo, con il ministro Giuliano Poletti che ha promesso tempi rapidi per l’unico decreto di attuazione necessario.
L’approvazione del ddl sulla povertà rappresenta un «passo storico» verso l’introduzione di una misura universale che tenga conto della condizione di bisogno economico e non dell’appartenenza a singoli categorie (anziani, disoccupati, genitori soli, ecc. Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti saluta l’approvazione definitiva del provvedimento che introduce il reddito da inclusione, cosiddetto REI.
Tale strumento, dice il ministro, «rappresenta il pilastro fondamentale del Piano nazionale per la lotta alla povertà e colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito, che ci vedeva come l’unico Paese, insieme alla Grecia, privo di una misura strutturale di contrasto alla povertà. Il REI è il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, fondandosi sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi».
«Per quanto riguarda il reinserimento al lavoro -aggiunge Poletti- sarà naturalmente determinante il ruolo dei Centri per l’impiego che potranno contare su 600 ulteriori unità di personale che, nella prospettiva di attuazione del REI, avranno il compito, in collaborazione con i servizi sociali del territorio, di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli».