ROMA – Il governo ha posto la questione di fiducia sul ddl Delrio di riforma delle Province. Lo ha annunciato in aula al Senato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Si dovrebbe votare un maxiemendamento composto da un unico articolo con 151 commi. Ieri il governo era andato sotto due volte in Commissione. Per la maggioranza si profila un’altra giornata cruciale.
“Teniamo conto inoltre – ha aggiunto il ministro Boschi – dei pareri espressi questa mattina dalla commissione Bilancio”. Ed arriverà in serata il voto del Senato sul maxiemendamento sostitutivo del ddl sull’abolizione delle Province. La capigruppo, convocata dopo la richiesta di fiducia da parte del governo, ha dettato i tempi: alle 15 si riapre il dibattito, dalle 17.30 spazio alle dichiarazioni di voto, alle 19 si inizia a votare. Ma l’inizio del dibattito è condizionato dalla presentazione della relazione tecnica sul maxiemendamento, che al momento non è pronto.
Il ddl Delrio, che vuole regolare l’ordinamento delle città metropolitane, svuotare di funzioni le Province e incentivare le unioni e le fusioni di Comuni, è all’esame del Senato. Ieri governo e maggioranza sono andati sotto due volte sul ddl in Commissione Affari Costituzionali. Decisiva l’assenza del senatore Mario Mauro (Per l’Italia). “Un’assenza politica” per esprimere il proprio “dissenso sull’impianto del ddl Delrio” di riforma delle Province. Questa, secondo quanto viene riferito, la motivazione dell’assenza del senatore. Alla fine è comunque arrivato il via libera della Commissione ed il provvedimento è quindi approdato in Aula. La pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S non è passata per soli 4 voti. I sì sono stati 112 e i no 115; c’è stata un’astensione, che al Senato vale come voto contrario.
Di fronte ai mal di pancia presenti nella maggioranza, il Consiglio dei ministri ha quindi dato il via libera alla fiducia. L’esame del provvedimento dovrebbe concludersi in giornata. Per il presidente del Consiglio Matteo Renzi, se passa la riforma “tremila politici smetteranno di ricevere l’indennità dagli italiani”.
La decisione di porre la fiducia, formalizzata poi in Aula dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, generà però più di un malumore nella maggioranza. Il senatore Mario Mauro, con un’assenza definita politica e voluta, aveva già martedì fatto andare sotto il governo in Commissione. E nel suo gruppo, dopo Maurizio Rossi, anche Tito Di Maggio sarebbe orientato al voto contrario. Secondo quanto viene riferito poi, per valutare la posizione da tenere, è stata fissata una riunione del gruppo dopo la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama (che a sua volta si terrà dopo che il Governo avrà formalizzato la richiesta di fiducia in Aula). Gli attacchi di Mauro e di parte di Pi, insieme ai dubbi interni al Nuovo Centro Destra, mirerebbero a fare pressing sul governo per rivedere – spiegano fonti della maggioranza – le soglie di sbarramento della legge elettorale.
Il premier ha sottolineato l’importanza degli appuntamenti di oggi con un tweet. “Oggi giornata importante per le Province e riunione chiave stasera su Senato e Regioni. Stamani nelle scuole, destinazione Calabria, Scalea”, ha scritto riassumendo l’agenda della sua giornata, che si chiuderà con l’assemblea dei gruppi del Partito democratico sulla riforma costituzionale del bicameralismo e del Titolo V.