ROMA – Una mediazione prima dell’ultima spiaggia, prima che gli ultimatum del Pdl trovino forma concreta facendo saltare il governo. Potrebbe essere la ‘derubricazione’ da pregiudiziali a considerazioni ‘preliminari’ la chiave per rinviare un voto politicamente decisivo sulla relazione Augello nella Giunta delle elezioni del Senato chiamata ad esaminare il caso Silvio Berlusconi. Ma ci potrebbe essere anche una riflessione del Cavaliere (pressato da ‘colombe’, familiari e avvocati,sul da farsi) che richiederebbe tempo. Si parla di 4 giorni, una settimana.
Eppure, nel corso di una giornata tesissima, il Pdl si è scagliato contro l’atteggiamento “insopportabile” dei membri dem tornando a minacciare una crisi di governo sulle cui conseguenze anche il Colle, oggi, ha espresso la propria preoccupazione. “Se noi non teniamo fermi questi pilastri della nostra convivenza nazionale tutto è a rischio”, è stato il il richiamo del presidente Giorgio Napolitano. Ma all’indomani del primo giorno di lavori della Giunta, lo scontro tra Pdl e Pd è stato molto forte: prima dell’inizio della nuova seduta serale decisa ieri al termine di una riunione fiume di 4 ore, a tenere banco sono state le tre questioni pregiudiziali presentate dal relatore Andrea Augello, due delle quali relative proprio alla legge Severino.
Alle tre pregiudiziali di Augello in mattinata si è aggiunta anche una quarta, a firma del senatore Pdl Lucio Malan, secondo il quale la presunta amministratività della misura della decadenza ha invece valore penale perché è afflittiva tanto quanto il carcere. Tutte questioni sulle quali stasera la Giunta potrebbe anche esprimersi con un voto unico, bocciando, di fatto, la relazione Augello e scatenando una probabile crisi di governo.
Da qui l’affannosa ricerca di una via uscita, con una delle ipotesi che vedrebbe la ‘derubricazione’ delle pregiudiziali a considerazioni preliminari e un eventuale voto su queste ultime dall’impatto politico minore visto che le questioni preliminari stesse non compaiono in Regolamento. L’altra strada è ritirare le pregiudiziali e passare alla relazione vera e propria, la cui discussione potrebbe occupare oltre 800 minuti, rinviando così il voto. Voto sul quale c’e’ stato un muro contro muro tra Pdl e Pd. Oggi ad aprire la contesa è stato proprio il vicepremier e segretario del Pdl Angelino Alfano.
“Siamo esterrefatti per il comportamento del Pd, ieri, in Giunta. Pur di eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese”, ha sbottato Alfano, tra i presenti assieme a Quagliariello, Lupi, Lorenzin e De Girolamo a un vertice dei ministri Pdl al quale ha preso parte anche il capogruppo alla Camera Brunetta e in cui è stato fatto il punto in vista della nuova riunione della Giunta.
Se il Pd voterà assieme al M5S, “farà cadere il governo Letta” è stato l’ultimatum di Brunetta, seguito dalle durissime parole del capogruppo al Senato Schifani: “la Giunta sta abbandonando il suo ruolo per trasformarsi in tribunale politico”. Accuse di fronte alle quali il Pd, comunque, non arretra, “non potendo che agire in base alla legalità e allo Stato di diritto”, ha confermato il responsabile organizzativo Davide Zoggia.
Eppure, l’incontro del presidente della Giunta Stefano con i tecnici a Palazzo Madama e quello dei membri Pdl della commissione nel pomeriggio hanno avuto come obiettivo proprio il rinvio del voto stasera, quando l’ennesima bagarre a S.Ivo alla Sapienza sulla decadenza del Cavaliere potrebbe in realtà rimandare una decisione fatale per il governo. E l’annullamento dell’incontro tra Berlusconi e i parlamentari Pdl potrebbe essere un ulteriore segno della volontà di tenere in vita un governo che resta, comunque, sul filo del rasoio.