ROMA – La Commissione europea ha raccomandato oggi l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo per l’Italia e per altri quattro Paesi: Lettonia, Ungheria, Lituania e Romania. “L’uscita del nostro Paese dalla procedura europea per i disavanzi eccessivi è motivo di grande soddisfazione. Il merito è dello sforzo sostenuto da tutti gli Italiani, che devono essere orgogliosi di questo risultato”, ha commentato il presidente del Consiglio, Enrico Letta. “Raccogliamo il frutto del lavoro dei precedenti governi, in particolare di quello presieduto da Mario Monti, al quale va il mio personale ringraziamento. Quanto all’attuale esecutivo, l’impegno è quello di rispettare gli obblighi assunti in sede europea e di applicare il programma sul quale il Parlamento ha votato la fiducia”, ha aggiunto Letta.
Nel capitolo dedicato al nostro paese la Commissione ricorda come per l’Italia la procedura sia stata aperta nel 2009, quando il deficit toccò il picco al 5,5% del Pil. Da allora, riconosce l’esecutivo comunitario, il disavanzo dell’Italia è stato costantemente abbassato ed ha raggiunto il 3,0% del Pil nel 2012, ovvero nei termini fissati dal Consiglio. Inoltre, il programma di stabilità per il 2013-17, adottato dal governo italiano lo scorso 10 aprile e approvato dal Parlamento il 7 maggio, prevede un ulteriore calo del deficit al 2,9% del Pil nel 2013 e all’1,8% del PIL nel 2014. Le stime di primavera della Commissione, peraltro, prevedono un disavanzo dei conti pubblici italiani pari al 2,9% del Pil nel 2013 e al 2,5% nel 2014, valori al di sotto della soglia del 3% richiesta per chiudere la procedura.
Con l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo, ha detto il presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso, “dovrebbe continuare il consolidamento di bilancio”, ma allo stesso tempo “dovrebbero essere intensificati gli sforzi sulle riforme strutturali per la competività”. “Nonostante il consolidamento, il debito resta un peso enorme per l’economia italiana – ha sottolineato Barroso in una conferenza stampa a Bruxelles – Questa è la ragione per cui non possiamo dire che l’Italia può allentare gli sforzi, per questo livello di debito ancora molto alto, che nel 2014 raggiungerà il 132,2% del Pil, e per i problemi di competitività”. Per tutte queste ragioni, dunque, “c’è ancora un grande lavoro da fare”, ha detto ancora il presidente dell’esecutivo Ue, ricordando che negli incontri avuti con il premier Enrico Letta e “nel dialogo molto intenso tra il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il commissario Olli Rehn è stato chiarito l’impegno e la comprensione per le riforme: nessuno meglio degli italiani sa quanto sia importante recuperare parte della competitività perduta”.
Sempre oggi, la Commissione europea ha concesso più tempo a Francia e Spagna per correggere il loro deficit. Più tempo per la riduzione del disavanzo anche a Olanda, Polonia, Portogallo e Slovenia. In dettaglio Spagna, Francia, Polonia e Slovenia avranno due anni di tempo in più, mentre l’estensione concessa a Olanda e Portogallo è di soli dodici mesi.