L’AQUILA – “Il Consiglio straordinario che la Provincia dell’Aquila terra’ domani alle 11, vuole essere un grido di allarme che si aggiunge ai segnali che vengono da tutte le amministrazioni provinciali, regionali e comunali d’Italia”. Lo afferma in una nota il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo. “Si’, perche’ – ha aggiunto – la legge Delrio 56/2014 mette in disaccordo tutti e fa tremare non solo le amministrazioni provinciali e i suoi dipendenti ma anche le Regioni e i Comuni, che non hanno alcuna intenzione di farsi carico delle funzioni provinciali. Una riforma frettolosa che risulta inattuabile sotto il punto di vista tecnico, considerato il termine previsto per il 31 dicembre entro il quale, gli osservatori regionali non saranno, di certo, in grado di raccogliere i dati finanziari e organizzativi delle province e sotto il punto di vista economico, considerato che, con i nuovi tagli alle Regioni previsti dalla legge di Stabilita’, sara’ impossibile, per quest’ultime, sobbarcarsi i costi dei servizi delle province”.
“Ma la legge flop di Graziano Delrio, definita impossibile da attuare anche dall’Anci e dall’Upi, – ha detto sempre Del Corvo – rischia di mettere in ginocchio, in primis i cittadini che non usufruiranno piu’ delle attivita’ essenziali come la viabilita’, l’edilizia scolastica e il genio civile, poiche’ le province dovranno, comunque, continuare a gestirle, anche senza risorse. Quello che sara’ a rischio paralisi non saranno solo gli Enti e il reddito del personale dipendente, ma i servizi essenziali che non potranno piu’ essere garantiti. Allora penso al piano neve e alla sicurezza stradale, cosa accadra’ se dovessimo avere un’emergenza? Penso al riscaldamento nelle scuole superiori, alla sicurezza strutturale degli edifici scolastici, dove ogni giorno i nostri figli costruiscono il loro futuro”.
“Renzi e Delrio mi dicano cosa dovro’ comunicare alle mamme che verranno a reclamare. Anche per i servizi come quelli legati al genio civile, lavoro, urbanistica, con il paventato trasferimento alle Regioni che, tra l’altro, dai conteggi effettuati risulta che produrra’ pochissimo risparmio, ci sara’ notevole confusione e incertezze per gli utenti. Lo dimostrano le precedenti riorganizzazioni delle funzioni tra i vari enti, per le quali ci sono voluti anni prima di assestare i servizi. Una confusione che in un momento di crisi economica produrra’ complicazioni nell’erogazione dei servizi e sulla qualita’ degli stessi”.
“A proposito di risorse umane, domani nella seduta del Consiglio, i protagonisti saranno anche i dipendenti dell’ente, sui quali pesa il fardello degli esuberi che, secondo un’analisi approfondita dell’edizione di oggi de Il Sole 24 ore, risultano essere 263 con una spesa pari a 10,2 milioni di euro, eccedenza che tiene il primato tra le altre province abruzzesi. Se l’idea del Governo – ha concluso – e’ che “gli enti con meno compiti devono avere meno spese”, vengano da Roma a vedere se, quei “pochi” compiti, sono tali da cambiare la vita alle persone”.