CHIETI – Di Marco sarebbe morto in seguito ad una collutazione avvenuta per una ragazza. Nella vicenda infatti si inserisce un testimone chiave: una donna che era presente durante il litigio. Secondo quanto riportato dall’Ansa, sarebbe stata una trentenne che vive a Chieti, con la quale due notti fa Fausto Di Marco aveva tentato un approccio respinto, a presentarsi alle 13 di ieri ai carabinieri della Compagnia di Chieti a raccontare cosa era accaduto, come e perché Di Marco è stato ucciso.
La donna, amica di Emanuele Cipressi, aveva visto tutta la scena perché era in compagnia del 24enne, all’esterno del circolo in cui aveva trascorso la serata, quando Di Marco aveva tentato, a quanto pare ubriaco, un approccio piuttosto pesante e che lei aveva respinto. Sentitosi respinto, Di Marco, secondo il racconto della testimone, le ha lanciato un bicchiere che lei è riuscita a schivare ed è finto addosso a Cipressi.
Cipressi, che in quel momento aveva in mano una bottiglia di birra, un po’ per difendere la ragazza sua amica, un po’ per il bicchiere, si è avvicinato a Di Marco. Ne è nata una colluttazione, i due sono finiti a terra e quando Cipressi si è rialzato Di Marco, che pure si è quasi rialzato barcollante, perdeva già molto sangue, raggiunto al collo probabilmente da un coccio di bottiglia che gli ha reciso le vene della carotide. La ragazza a quel punto, alla vista del sangue e pensando che Di Marzio fosse solo ferito, è tornata a casa. Ma quando, in tarda mattinata, ha appreso dai telegiornali che quell’uomo era morto, ha deciso che non poteva tenersi dentro quel peso ed ha raccontato tutto ai carabinieri”.
Ora l’esame eseguito dall’anatomopatologo Pietro Falco si svolgerà presumibilmente mercoledì. Entro le prossime ore sarà invece fissata l’udienza per la convalida del fermo cui è sottoposto Cipressi, al carcere di Madonna del Freddo, l’unico indiziato del delitto.