
ROMA – Le annunciate dimissioni dei parlamentari Pdl in caso di decadenza di Silvio Berlusconi fanno tremare il governo. Il premier Letta ha fatto sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l’esecutivo che al suo rientro a Roma da New York è intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo. Mentre Napolitano lancia un duro avvertimento al Cavaliere: «E’ assucrdo evocare il golpe – dice il Capo dello Stato -. Ed è inutile la pressione per far sciogliere le Camere».
La nota del Quirinale arriva all’ora di pranzo. I tono sono netti: «L’orientamento assunto ieri sera dall’assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei presidenti delle camere e del presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento, ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili, di tutti gli eletti nel Pdl. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere», scrive Napolitano. «Non meno inquietante – aggiunge – sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere».
Il Capo dello Stato questa mattina ha disertato il convegno al Senato su De Gasperi. Come raccontato oggi da La Stampa, Napolitano ha pronte le sue dimissioni. «Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una “operazione eversiva” in atto contro il leader del Pdl», si legge ancora nella nota. Il capo dello Stato ha parlato della sentenza della Cassazione contro Berlusconi: «La non interferenza del capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria sono un dato costitutivo di qualsiasi stato di diritto in Europa». Secondo il presidente della Repubblica, «c’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del PdL – la loro vicinanza politica e umana al presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento».
Passano pochi minuti dalla note del Colle e ele agenzia di stampa rilanciano la notizia che è iniziata la raccolta di firme di senatori e deputati del Pdl per rassegnare le dimissioni. «I singoli eletti stanno consegnando le firme ai capigruppo». Le “colombe” gettano acqua sul fuoco (Lupi: «Da qui al 4 ottobre ogni parlamentare del Pdl deciderà cosa fare»), ma ormai sembra prevalere la linea dei falchi. E il Pdl incassa anche la sponda dell’ex alleato leghista. Roberto Maroni ha annunciato che «i parlamentari del Carroccio sono pronti ad associarsi alle dimissioni dal Parlamento minacciate dal Pdl in caso di decadenza di Silvio Berlusconi dal Senato, in modo da favorire la caduta del Governo Letta». Ma il leader del Carroccio non è convinto che le dimissioni del Pdl arriveranno davvero. «Staremo a vedere, se sarà sul serio così saremo della partita. Perchè noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta. Le dichiarazioni molto bellicose dei deputati e senatori del Pdl mi sembrano un fatto politicamente rilevante. Se è vero… Vedremo se agli annunci di ieri sera seguiranno i fatti».
Arrivano anche le reazioni del Pd alle parole di Napolitano. Spiega il capogruppo alla Camera Roberto Speranza: «Il Pdl continua a buttare benzina sul fuoco e alimentare instabilità. E’ del tutto evidente che c’è bisogno di un chiarimento vero, forte e definitivo in sede politica e anche istituzionale».Interviene anche Guglielmo Epifani: Il Presidente della Repubblica ha fatto oggi un richiamo fermo e obbligato alle funzioni essenziali della democrazia parlamentare e al rispetto costituzionale della separazione dei poteri. Il Pd condivide nella sostanza e nel contenuto la nota del Presidente e ancora una volta ne apprezza lo spirito di servizio verso il Paese. Tutto ora va ricondotto nell’alveo della chiarezza e per questo ognuno si assuma fino in fondo la responsabilità dei propri atti». Chi non crede minimamente all’ipotesi dimissioni dei pidiellini è il Movimento 5 Stelle. Per il capogruppo Nicola Morrasi tratta di «un bluff da operetta».