ROMA – Diecimila persone in piazza al grido di “Salario, diritti e dignità per garantire i servizi ai cittadini”, traffico in tilt e uno sciopero, il primo confederale della città, che sfiora un’adesione dell’80%: non si salda però la frattura tra i dipendenti pubblici di Roma, oggi in sciopero, e il sindaco della capitale Ignazio Marino. Al centro c’è una trattativa sindacale sul salario accessorio dei dipendenti pubblici, dalla polizia municipale a educatrici, amministrativi, assistenti sociali.
Il sindaco, fischiato al suo arrivo in bicicletta, ha attaccato le sigle: «I sindacati non fanno l’interesse dei lavoratori che è invece essere sereni, avere un salario che io ho difeso con le unghie e con i denti e avere un nuovo contratto». E giudica «ad personam contro i lavoratori del Campidoglio» questa mobilitazione: «La mia posizione è chiara, io intendo tagliare gli alti salari e voglio mantenere o aumentare quelli più bassi». Ribadisce che nel bilancio 2014 è stata inserita la voce salario accessorio: «Per far ciò ho perduto un assessore che non voleva».
E attacca l’amministrazione precedente: «In questo momento il sindacato stia sbagliando a non sedersi a un tavolo con Roma Capitale per risolvere per sempre il problema». Aveva proposto un tempo di 90 giorni per risolvere il problema: «Mi pare un tempo umano in cui il contratto si può realizzare. Se invece l’obiettivo è dire “Non vogliamo sederci ad un tavolo, non vogliamo obiettivi” allora su questo rimango confuso. Non so più dove seguire i sindacati».
«Oggi comincia una vera e propria rivoluzione capitolina, presentiamo alcune proposte al sindaco che vertono sulla denuncia da parte dei dipendenti capitolini degli sprechi e della corruzione, chiederemo un’amministrazione trasparente con le segnalazioni dei cittadini e li coinvolgeremo chiedendo a loro di giudicare l’operato dei dipendenti capitolini»: sono le proposte lanciate dal segretario di Fp-Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola, terminata la manifestazione. «Chiederemo inoltre al sindaco di convocarci al tavolo – ha aggiunto – e un piano di formazione e nuove assunzioni». Il segretario Fp-Cisl, Giancarlo Cosentino, ha ringraziato «il ministro Madia che dice di aver capito il nostro sciopero e ci ha mostrato la sua solidarietà
Sono i 24 mila dipendenti capitolini che protestano contro la decurtazione del salario accessorio. In ballo ci sono 200/300 euro in busta paga: «La circolare interministeriale sul salario accessorio, tanto caldeggiata da Marino, non è stata applicata dallo stesso sindaco, che ha voluto fissare la data del 31 luglio per la revisione del contratto decentrato – ha dichiarato Franco Moscia, coordinatore Csa,- noi vogliamo sederci al tavolo ma senza il rischio di trovarci, dal primo agosto, con gli stipendi drammaticamente ridotti».
Per il segretario generale Cisl di Roma, Mario Bertone la grande partecipazione allo sciopero «è l’ennesima conferma di quanto il sindaco e la giunta abbiano esasperato e inasprito il conflitto su un argomento così importante come il lavoro. Chi semina vento poi raccoglie tempesta, si inizi a guardare dove sono i veri sprechi». In ballo «c’è, molto di più del salario accessorio – sottolinea Francesco Croce, segretario della Uil-Fp Roma e Lazio – c’è la richiesta di dignità per i lavoratori, ovvero per coloro che garantiscono i servizi alla città». Duro l’attacco di Giancarlo Cosentino, segretario Fp-Cisl Roma e Lazio: «Sentiamo il peso della città, Marino nulla conosce, non c’è lui davanti ai bambini, nelle strade o nei municipi».