Eppure, da qualche anno si parla di femminicidio. Termine orribile, da brividi, vomitevole, odiosa parola, sia dal punto di vista filologico che foneticamente. Lacerante, al solo sentirla, la pelle vorrebbe staccarsi dal corpo e fuggirne. Ennesimo capolavoro di spettacolarità tra gli orrori mediatici dell’informazione teleguidata, figlia legittima del tempo attuale incerto e violento. Non c’è notizia dove non si parli di donne orribilmente massacrate. Ci viene da chiedere cosa stia succedendo alla società italiana, che in questi ultimi anni sta somigliando sempre più ad un mattatoio. Si assiste impotente a questa metamorfosi, oseremmo dire, generazionale.
E molta stampa, sovente tratta questa nefandezza con stucchevole sufficienza metropolitana; come a dire,- ne parliamo fino a quando fa ascolto– tra una pubblicità e l’altra- E la realtà del dramma diventa morbosa oscenità ad uso e consumo del gossip ciarliero italico per la gioia perversa e ottusa dei salotti. Se certuna stampa di maniera, nella realtà mediatica non fa informazione, ma becero spettacolo di “audience”, è, d’altro canto il mondo dello spettacolo, cosi detto “dorato” che fa del sociale femminile una sua sacrosanta battaglia.
E tra questo mondo, si fa sentire il nome di una donna, sagace , intelligente, scrittrice, attrice, che da sempre mette il suo volto, le sue migliori energie, per dare voce a quelle donne che spesso non sanno, o non vogliono parlare, o ancor peggio diventano “giocattolo” del maschilismo più subdolo e sono violentate nella intimità, nel loro essere donna: è colei che conosce la realtà femminile. E sa tanto d’ Abruzzo, ma che abruzzese non è : chi dunque, se non Viviana Bazzani. Una donna che fa le cose con i capelli biondi e gli occhi che guardano lontano e… con l’accento milanese. E torna con un progetto, o meglio, con diverse idee che hanno per soggetto la sofferenza, il dolore, la voce degli umiliati, quelle persone di cui non si parla, che non fanno audience.
E sarà l’ Abruzzo, teatro di una storie drammaticamente vere. Una serie di corti, da lei scritti o diretti, vedranno le interpretazioni di artisti abruzzesi affermati e attori professionisti di risonanza nazionale, che per tema avranno, appunto, violenza sulle donne. Dal titolo ancora -top secret- con i volti e le voci di Clarissa Leone, Sonia Borgonovo, Francesco Di Rocco.
Poi si entrerà nel mondo di un’altra storia di sofferenza. Un militare si scopre leucemico, egli ha moglie e figlio. Si girerà tra Pescara, (Ospedale Civile) e le Marche. Storia nata si, dalla realtà, ma diventata film dalla creatività esplosiva di Viviana, interprete principale. Prodotto da Vincenzo Funaro, il corto avrà per titolo – “Ero al settimo piano” e si avvarrà della presenza di due bravissimi attori cinematografici abruzzesi già affermati in campo nazionale, Claudio Collevecchio, con la sua frizzante vitalità e con lui, nel suo sfolgorante splendore, ancora, la meravigliosa Clarissa Leone.
Inoltre, il cast sarà arricchito dalla presenza di due attori teatrali conosciuti nel panorama regionale, Francesco Di Rocco, con il suo volto di surreale ironia, e Piero Montesi,- che di recente ha preso parte ad un film –L’Aquila, grandi speranze,- con il regista Marco Risi,- con il suo stile sobrio. Il tutto diretto da una donna, regista affermata, il cui nome…si saprà al momento dovuto. E ancora, l’inesauribile vena creativa di Viviana, ha scritto e diretto, un corto di cinque minuti, prodotto per conto di Abrex, dove si vedranno i volti di Mariano Della Pelle, e ancora, Clarissa Leone: IL REGALO. E dunque in questi lavori di Viviana, prevale la donna, comanda il gioco con la sua fascinosa femminilità, mette in primo piano il suo vissuto, mostra, l’eterno mistero femmineo, trae della sofferenza la forza per il riscatto, offre la creatività, si fa paladina di libertà .E questo è l’ennesimo, sicuramente, non ultimo capolavoro di Viviana Bazzani.
URANUS