
ROMA – Sembra essere ormai fallita l’ultima mediazione tra Letta e Renzi. Adesso l’ipotesi più probabile è quella di un cambio alla guida del Governo. Il segretario del Pd si è presentato in direzione per illustrare il suo programma: “Nuovo governo fino al 2018 con al centro le riforme”. E intanto si rincorrono voci di dimissioni del premier, che ha annullato la visita in Gran Bretagna prevista per il 24-25 febbraio. “Non faremo processo al governo, ma se siamo in condizioni di aprire pagina nuova” ha detto il sindaco prendendo la parola. “Non si tratta di staffetta o non staffetta. Staffetta è quando si va nella stesa direzione e alla stessa intensità, non quando si prova a cambiare ritmo” ha aggiunto.
“La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino”. Ma “ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria”. Avrebbero un «valore purificatore» ma «in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese». «L’altra, quella di un nuovo governo, è una scelta azzardata ma può avere senso se hai il coraggio di dire alle realtà europee che l’obiettivo è il 2018 con riforme elettorali, costituzionali ed il tentativo di cambiare le regole a partire da una burocrazia opprimente».
“Il rilancio radicale che immaginiamo non suoni come polemica verso Letta né dal punto di vista personale nei confronti di Enrico né verso il governo che ha affrontato momenti di grande incertezza e turbolenza nell’ultimo anno» ha aggiunto Renzi . «Parlano dell’ambizione smisurata di Renzi, del Pd. Vi aspetterete che smentisca queste parole e invece non lo faccio. Dobbiamo avere un’ambizione smisurata. Il segretario, come l’ultimo delegato». Quanto all’impegno del Pd il segretario spiega come il partito debba «mettersi in gioco con un elemento di rischio personale. Ma chi fa politica ha il dovere di rischiare in alcuni momenti. Vale anche per me». E ancora: «Non è un rischio personale, è il rischio del Pd» che deve «prendersi la responsabilità di ciò che sta accadendo”.