BUSSI SUL TIRINO – “Oggi, terminata nel 2007 l’esposizione ai contaminanti attraverso l’acqua dei rubinetti, siamo molto preoccupati perche’ questi contaminanti ancora presenti nell’ambiente possono entrare nella catena alimentare”. Cosi’ Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua, a proposito del disastro ambientale che ha coinvolto la Val Pescara.
“I Pozzi S.Angelo inquinati – ha ricordato De Sanctis – sono stati definitivamente chiusi nel 2007, grazie alle nostre denunce. Gli enti dal 2004 avevano gia’ contezza della contaminazione. Inoltre l’Istituto superiore di sanita’ gia’ a fine 2007 aveva dichiarato l’acqua dei pozzi S. Angelo inidonea al consumo umano e l’Apat, Agenzia per la protezione dell’ambiente, nel 2005 gia’ aveva messo nero su bianco che nei pozzi S. Angelo vi erano cancerogeni oltre i limiti di legge. Tutto questo la dice lunga sul livello di scandalo che si e’ raggiunto a Bussi e nella Val Pescara”.
L’esponente del Forum ha inoltre sostenuto che i nuovi pozzi scavati a monte dell’area inquinata, i pozzi S. Rocco, che oggi riforniscono la Valpescara, “saranno a rischio se si realizzeranno interventi, proposte, che noi stiamo contrastando, come quella del cementificio. Installare industrie inquinanti o rischiose a 600 metri in linea d’aria dai nuovi pozzi, ci pare diabolico: sbagliare e’ umano ma perseverare e’ diabolico”.
De Sanctis, dopo aver ricordato i dati del primo rapporto epidemiologico dell’Agenzia sanitaria regionale sui tumori nella regione, redatto nel 2012 e divulgato dal Forum, ha concluso ribadendo la necessita’ “del completamento della caratterizzazione e della bonifica delle aree inquinate del Sito di Interesse Nazionale perimetrato nel 2008, che contiene zone ‘dimenticate’ ma altrettanto importanti come Piano d’Orta, dove le scorie sono ancora oggi alla luce del sole a pochi metri dalle case. In tutto sono almeno 2 milioni di tonnellate di materiali contaminati, a cui se ne potrebbero aggiungere altri. Il vero cantiere, anche per l’occupazione, e’ proprio la bonifica, che costerebbe a chi ha inquinato circa 500 milioni di euro, con centinaia se non migliaia di posti di lavoro creati per risanare un territorio martoriato. Intanto e’ urgente avviare le procedure e colmare i clamorosi ritardi accumulati, usando i 50 milioni di euro pubblici gia’ disponibili per intervenire in primis sulla discarica Tremonti”.
“Bussi e’ il caso peggiore in Europa di esposizione a sostanze tossiche tramite acqua di rubinetto contaminata”. Lo e’ per tipo di sostanze pericolose, anni di esposizione e numero di persone coinvolte. Per venti anni oltre mezzo milione di cittadini sono stati esposti. C’e’ un caso leggermente simile solo negli Stati Uniti” conclude Augusto De Sanctis, evidenziando che “quella e’ una zona delicatissima dove passa l’acqua di mezzo Abruzzo” e che a distanza di sette anni dal fiume Pescara “nel mare Adriatico continuano ad arrivare sostanze tossiche”.