
BUSSI SUL TIRINO – “Il governo deve subito adoperarsi per la bonifica del sito di Bussi stanziando risorse adeguate”. Lo afferma il deputato di Sel Gianni Melilla all’indomani dei dati, resi pubblici dai mass media, sullo studio condotto dall’Istituto superiore di sanita’ secondo il quale almeno 700 mila persone sarebbero state contaminate dalle acque delle falde permeate dai veleni della megadiscarica di Bussi sul Tirino, localita’ dove ha operato per decenni la Montedison.
“Tra poco – fa sapere il parlamentare – riparlero’ nuovamente alla Camera sulla discarica di Bussi, sul risanamento del nostro fiume, e su questo enorme, intollerabile, scandaloso attentato alla nostra salute con l’acqua inquinata che chissa’ per quanti anni abbiamo bevuto inconsapevolmente. Spero che questa volta il governo Renzi da poco insediato, si assuma la responsabilita’ di guidare il processo di bonifica ambientale di Bussi, nella regione verde d’Europa che con 4 Parchi nazionali ha la piu’ alta percentuale di territorio protetto. C’e’ da rimanere allibiti dalla sottovalutazione degli effetti provocati dalla discarica di Bussi”.
Melilla, che sull’argomento ha presnetato sei interrogazione in circa un anno, cosi’ prosegue: “Occorre che il governa capisca che insieme a Taranto, il sito di Bussi e’ una gravissima emergenza nazionale che attenta alla salute di centinaia di migliaia di cittadini innocenti e per troppi anni tenuti all’oscuro di quanto era successo. Ci dicono ora che l’acqua che abbiamo bevuto fino al 2007 (e dunque chissa’ da quanti anni la bevevamo), noi, i nostri figli, i nostri genitori, una comunita’ di centinaia di migliaia di persone, era gravemente inquinata e dannosa per la nostra salute. Sono passati tanti anni, le sorgenti sono cambiate e si dice che ora l’acqua sia sicura, ma e’ evidente che i cittadini non possono avere nessuna fiducia rispetto alla filiera dell’acqua, a chi in particolare doveva e deve garantire l’assoluta certezza sulla potabilita’ dell’acqua che viene nelle nostre case e paghiamo profumatamente. Solo grazie alla attivita’ di denuncia delle associazioni ambientaliste sono stati assicurati ai cittadini informazioni sul rischio sanitario che correvano”.
“Settecentomila persone interessate dal rischio, laddove sia davvero confermato tale rischio negli fino al 2007, vanno sottoposte a screening a seconda del grado di tossicita’ delle acque. Quindi vogliamo conoscere i contenuti veri dell’indagine dell’Istituto superiore di sanita’ e sollecitare azioni per la messa in sicurezza, sempre che ce ne sia la reale necessita’, delle popolazioni coinvolte in queste gravissime vicende”. Lo chiedono i parlamentari del Pd abruzzese Maria Amato, Antonio Castricone e Vittoria d’Incecco.
I parlamentari precisano che “per mettere ordine ed evitare allarmismo nella popolazione ci preme ricordare che, ad oggi le acque di Bussi non sono tossiche”. Con la richiesta di risposta scritta in XII commissione – Affari sociali e sanita’ – l’onorevole Maria Amato prima firmataria con Castricone e D’Incecco interrogano il ministro della Salute Beatrice Lorenzin “sui rischi in salute conseguenti alle gia’ note problematiche di inquinamento acquifere di Bussi sul Tirino. Tra le premesse alcuni stralci della relazione dell’indagine dell’Istituto superiore di Sanita’ sulla qualita’ delle acque”. “Ho ritenuto importante a questo punto innanzitutto mettere al primo posto la salute delle cittadinanze dell’intero hinterland del polo chimico inquinato”, afferma Maria Amato. I parlamentari del Pd abruzzese specificano che “tale azione e’ volta soprattutto ad evitare inutili atti di terrorismo psicologico nelle popolazioni. Ad oggi le acque sono pure e non tossiche, ricordiamo che, quelli che oggi vengono contestati, sono fatti risalenti al 2007. IL Pd, inoltre, rivendica il ruolo avuto dall’allora senatore Legnini per la risoluzione dell’emergenza idrica dell’area attraverso nuovi e non inquinati pozzi”.
“La drammatica situazione della discarica di Bussi dimostra ancora una volta che in Italia e’ urgente una ‘Norimberga’ per i crimini ambientali per fare giustizia rispetto a tutte le ‘bombe ecologiche’ in cui inquinamento e la corruzione hanno fatto e fanno strage di vite”. Lo dichiara il coportavoce dei Verdi italiani Angelo Bonelli che aggiunge: “Da Taranto a Bussi, dalla Terra dei Fuochi a Trieste, da Brindisi a Priolo e’ ormai evidente che siamo ormai di fronte ad un crimine contro l’umanita’ perche’ ci sono oltre 6 milioni di persone che non sanno cosa mangiano, che sostanze contiene l’acqua che bevono e l’aria che respirano, perche’ si ammalano e perche’ muoiono i propri cari”.
“Non solo chiediamo un’immediata commissione d’inchiesta sulle bombe ecologiche italiane ma chiediamo che a questa commissione venga attribuito il potere di fare le indagini epidemiologiche sulle conseguenze dell’inquinamento – conclude Bonelli -. Quella che abbiamo difronte e’ una situazione drammatica e insostenibile, rispetto alla quale la politica si volta colpevolmente dall’altra parte e solo la magistratura difende la salute e i diritti dei cittadini: e’ ormai chiaro che in materia di tutela ambientale e di legalita’ l’Italia e’ estrema periferia d’Europa”.