PESCARA – “La giurisprudenza di merito in piu’ occasioni ha ricordato che i contratti di somministrazione di servizi essenziali sono volti a soddisfare bisogni primari aventi fondamento costituzionale nella tutela dei diritti inviolabili di cui all’art. 2 della Carta: tra questi vi e’ il diritto alla somministrazione di acqua potabile”. E’ uno dei passaggi del parere del difensore civico del Comune di Pescara, l’avvocato Giovanni Stamenga, a cui si e’ rivolto il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, in merito alla sospensione dell’erogazione dell’acqua da parte dell’Aca (Azienda Comprensoriale Acquedottistica).
“Il difensore civico – scrive in una nota Acerbo – ha confermato quanto ho denunciato sui distacchi dell’acqua da parte dell’Aca. La prassi da parte dell’Azienda Acquedottistica di ridurre la quantita’ erogata si traduce di fatto nell’interruzione del servizio e costituisce quindi una modalita’ per mascherare una pratica illegittima. In un periodo di crisi e di crescita delle morosita’ incolpevoli – prosegue -, diventa particolarmente odioso che venga negato il diritto all’acqua a persone e famiglie che gia’ sono in condizioni economiche disagiate. In attesa della risposta alla mia interrogazione ribadisco l’invito al sindaco e all’assessore Antonelli a intervenire presso l’Aca affinche’ si ponga fine a questo genere di interventi”.
“E’ davvero paradossale – sottolinea il consigliere di Rifondazione- che questa severita’ venga agita da una societa’ come l’Aca che da anni riempie le cronache per inchieste giudiziarie anche su tangenti, clientele, moltiplicazione di assunzioni e incarichi professionali. Non e’ accettabile che dei cittadini debbano essere privati del diritto umano all’acqua per coprire la voragine causata dal ‘partito dell’acqua”.