
ROMA – Il dl Sviluppo ottiene la fiducia al Senato, ma sul filo di lana. Il Governo, dopo le fibrillazioni della mattina a causa dell’annuncio del Pdl di non partecipare al voto assumendo per il futuro una posizione di astensione, ha incassato la fiducia in Aula sul dl Sviluppo con 127 sì, 17 no e 23 astenuti. I presenti sono stati 169 i votanti 167. La maggioranza era quindi di 84 senatori. Il decreto, che è in prima lettura al Senato, passa ora al vaglio della Camera.
Il gruppo del Pdl non ha partecipato al voto: il capogruppo Maurizio Gasparri e il vice Gaetano Quagliariello, assieme a un gruppetto sparuto di colleghi (tra cui Cursi, Cutrufo e De Lillo), si sono astenuti per assicurare comunque il numero legale, dato che l’astensione vale come un voto contrario. No alla fiducia da Idv e Lega, mentre Pd e Udc si sono espressi a favore. Il premier Mario Monti è corso a Palazzo Madama per votare e subito dopo è andato a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. ”È un fatto non indifferente, informerò il presidente della Repubblica”, ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, nel chiudere i lavori dell’ Aula fino a martedì prossimo, assicurando che per parte sua ”non si sottrarrà sul da farsi” e informerà i senatori.
La decisione del Pdl. In mattinata il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, aveva annunciato in Aula a palazzo Madama che il gruppo “non parteciperà al voto pur consentendo il mantenimento del numero legale”. E ciò al fine di segnalare il “passaggio del nostro gruppo ad una posizione di astensione nei confronti del governo”. Diversi senatori Pdl avevano protestato per le frasi del ministro Passera critiche nei confronti di un eventuale ritorno in campo di Silvio Berlusconi. La capogruppo democratica Anna Finocchiaro ha richiamato tutti i senatori del Pd a partecipare al voto in Aula. “Se il partito che da un punto di vista parlamentare ha ancora la maggiore consistenza passa all’astensione vuol dire che questo governo non ha più la fiducia delle Aule parlamentari”, ha detto Finocchiaro commentando la scelta del Pdl da un punto di vista politico. E ha aggiunto: “Se il governo non ha più la maggioranza che aveva nel momento in cui si è insediato, a questo punto credo che Monti si debba recare al Quirinale”.
Durante le dichiarazioni di voto hanno preso la parola vari esponenti del Pdl per esprimere dissenso contro il ministro Corrado Passera che ha attaccato Silvio Berlusconi. Carlo Giovanardi parla di “giudizio pesantemente negativo che il ministro ha dato dell’esperienza del governo Berlusconi di cui io ho fatto parte”. Antonio Battaglia aggiunge: “non è possibile che Passera sfiduci il capo del mio partito, che è il primo partito in questo Parlamento”. Altero Matteoli aggiunge: “Passera non può offendere il leader di un partito che ha governato il Paese. Credo che oggi si sia superato il limite e non parteciperò al voto”. Paolo Scarpa Bonazza Buora sottolinea che “al ministro del non sviluppo il Pdl ha consentito di fare il ministro per 12 mesi e non è più tollerabile che i ministri insultino chi consente a loro di governare”. Invece il senatore Beppe Pisanu (Pdl) ha votato a favore della fiducia posta sul governo decreto Sviluppo, contrariamente al resto del gruppo.