LUCO DEI MARSI – E’ stata portata a termine questa mattina nella Marsica l’operazione antidroga denominata ”Empty den” con l’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare di cui 10 in carcere, uno ai domiciliari, tre obblighi di dimora e 6 ricercati. L’operazione antidroga ha interessato principalmente la zona di Luco dei Marsi ed ha portato l’impiego di 150 militari. Sono state effettuate 26 perquisizioni domiciliari e un sequestro preventivo di due autovetture usate per l’attivita’ di spaccio.
Complessivamente sono stati oltre 150 i capi d’imputazione contestati nei confronti degli indagati, anche con riferimento a singole attività di smercio di sostanza stupefacente. La prova dell’attività criminale svolta sono gli oltre 120 grammi di cocaina, complessivamente sequestrati ed i 50 mila euro circa rinvenuti, quale provento dell’ illecito mercato. L’indagine, con diverse attività anche dall’alto contenuto tecnologico, è stata avviata nel mese di gennaio 2011 nell’area di Luco dei Marsi. E’ proprio in tale ambito che le indagini hanno permesso di individuare delle particolari personalità criminali capaci di gestire il traffico di stupefacenti anche grazie ai contatti, di più alto livello, con personaggi dell’area lombarda, che garantivano l’approvvigionamento della droga da immettere nel mercato marsicano, divenuto molto fertile.
Ovviamente – hanno fatto notare i carabinieri – non è da sottacere che l’appartenenza ad una unica etnia – quella marocchina – ha favorito l’operatività delle persone coinvolte, anche per lo stato di clandestinità che ha caratterizzato alcuni immigrati irregolari. Proprio per questo, per lo specifico idioma utilizzato nel corso delle conversazioni captate e per la difficoltà di penetrazione all’interno di un particolare tessuto sociale, gli accertamenti si sono sviluppate con molta difficoltà.
Le indagini hanno però fatto emergere anche il coinvolgimento di soggetti italiani residenti, oltre che a Luco dei Marsi, anche a Cerchio, Celano, San Benedetto dei Marsi ed in alcuni comuni della Valle Roveto. Alcuni di loro, dopo aver acquistato lo stupefacente dagli extracomunitari, lo dettagliavano ulteriormente cedendolo, ovviamente a pagamento, ad altri assuntori.