Era un giorno freddo di dicembre, un giovedì uguale a tanti. Fu verso sera, quando alle 21, il pubblico aveva riempito, fino all’inverosimile la platea del teatro Circus di Pescara. Si sarebbe riso quella sera, tutti lo sapevano. Fra qualche attimo, il sipario, nel suo elegante fruscìo, si sarebbe aperto per offrire al pubblico un classico della risata. Ridere, certo in questi tempi di annoiata e stucchevole miseria culturale e spirituale, ridere in modo intelligente è una proposta di nobiltà intellettuale. Allora tutto diventa palese, parliamo del classico per eccellenza: Miseria & Nobiltà!
Un paradigma scenico che porta ad un solo nome “Totò”, il principe della risata; e dunque, per chi segue le storie del teatro cittadino, parlando del grande attore partenopeo, viene in mente un solo nome, quello dell’artista che Totò incarna per irripetibile amore, e che ne vive le cadenze e si rigenera di volta in volta nella gestualità del massimo comico italiano: allora, signori, l’applauso delle platee è per Luigi Ciavarelli…
Che è la stessa cosa come dire Assunta Dezio, la compagna di vita e di scena, moglie serena e raffinata madre, e dunque per gli appassionati il nome è “Il Mosaico”. Gruppo teatrale storico della città , ebbe le sue radici artistiche nel 1987, quando i due numi tutelari, fondarono il gruppo, insieme ad altri che di volta in volta si alternavano sulla scena. Fu un lavoro di Eduardo, inserito in uno spettacolo di varietà che lanciò il gruppo; furono poi gli anni successivi a decretarne il successo con il repertorio di Totò, Eduardo, ma non solo anche con testi di commedie internazionali e altri successi scritti dallo stesso Luigi.
Quello che fa del gruppo un teatro godibile, è lo smisurato amore per le tavole del palco, una passionalità indicibile per la polvere sacra della scena, una freschezza giovanile non intaccata con il trascorrere del tempo, che incatenato nella vorticosa voglia di ridere si è fermato nell’ironia di Luigi e la prorompente vitalità di Assunta. E generazioni e generazioni di attori sono stati formati nella scuola del mosaico, che come un’ opera antica, tassello dopo tassello, ha edificato, per la gioia degli appassionati la via intelligente del divertimento, che ormai ha fatto storia e mitologia nel panorama cittadino, ma…
Ebbene si, nella storia del Mosaico c’è il neo del “ma”!
Da sempre, successo di pubblico, teatri pieni, ma puntualmente, fin dai primi tempi, come un rito beffardo ignorato dalla stampa e dai suoi organi, che come sempre si salameleccano, e reggono microfoni all’ individuo di turno, magari un nome, ma che nulla ha che vedere con la città, che da sempre come un male incurabile, penalizza e castiga i sui figli migliori.
Nessuna tv locale, ha realizzato servizi sulla serata dell’ 11 dicembre, come se il Mosaico fosse qualcosa di lontano dalla città, probabilmente molti direttori sono più sensibili ad altre sirene più interessanti…ma la “Nobiltà” artistica del Mosaico, resta negli occhi e nelle menti di chi da sempre sa apprezzarla, mentre la “Miseria” ignobile di certuni figuri presto va nel dimenticatoio.
La sensazione che l’attore del Mosaico ha, guardando dal palco verso la platea stracolma, dove non un posto vuoto si trova, neanche a pagarlo, ha del miracoloso, del magico, e quel momento che ci si sente immortali, che ci si sente orgogliosi di essere quello che si è, è il mondo di tutti i giorni che muore dietro la spalle, è l’universo del teatro che stende le braccia e cinge in un abbraccio che non si dimentica…
Questo è successo l’11 dicembre 2014 nei pressi del teatro Circus a Pescara.
ARXIS