ROMA – È morto a 61 anni Gianroberto Casaleggio, il guru e cofondatore del Movimento Cinque Stelle. «Questa mattina è mancato Gianroberto Casaleggio, ci stringiamo tutti attorno alla famiglia. Ha lottato fino all’ultimo», è il messaggio pubblicato sul blog di Beppe Grillo pochi minuti dopo la notizia della scomparsa. Virginia Raggi, candidata del M5S a sindaco di Roma, ha salutato Casaleggio con un tweet: «#CiaoGianroberto».
Nei giorni scorsi si erano rincorse le voci della sua volontà di abdicare in favore del figlio Davide. Da tempo Davide gestisce la Casaleggio Associati e tiene le chiavi del blog di Beppe Grillo, cioè dell’unica vera macchina del consenso e della gestione del gruppo parlamentare. Ma chi è, Davide? Se Gianroberto è sempre stata la mente, Davide era il braccio, ma senza la stessa passione politica. Lui rendeva operative le decisioni prese durante le riunioni, coordinava le attività tecniche e organizzava gli «slot» dei dipendenti, cioè quanto ciascuno dovesse lavorare su un progetto. Sempre lui traduceva in tattiche, strategia e azioni pratiche, le visioni di Gianroberto, dopo averle analizzate dal punto di vista tecnico, spesso dopo lunghe riunioni a porte chiuse nell’ufficio del padre.
È Davide, ormai da tempo, a dare il via libera alle comunicazioni che partono dallo «staff di Beppe Grillo»; Davide tiene i contatti con i consulenti esterni (in particolare lo studio legale Montefusco). In realtà è da sempre dentro la macchina, fin dal 2009 si occupava dei meetup, era lui che conduceva allora gli incontri formativi dei candidati, anche prendendo decisioni politiche importanti. Gli esempi sono diversi, come questo: «Durante le elezioni su indicazione di Davide Casaleggio i candidati del meetup Europa decisero di estromettere x, y e z dal sito dei candidati, perché avevano spedito dei volantini con le sole loro facce in tutta Europa…». È Davide, e solo in un secondo momento i parlamentari che fanno capo a lui, che ha in mano e coordina il processo di «certificazione» delle liste, le espulsioni, e quindi verosimilmente ha in mano le chiavi del server.
In azienda già da tempo era a tutti gli effetti il vice. Qualcuno lo definisce «arrogante e autoritario, ma per niente autorevole». Non esita a usare i dipendenti dell’azienda come pedine per regolare i conti con i partner. Sportivo, patito di immersioni, con la doppia cittadinanza, è capitato che cercasse di coinvolgere i collaboratori nelle sue attività private, soprattutto quelle sportive, anche sfruttandone le capacità tecniche (come quando chiese a un dipendente di seguirlo in un weekend di immersioni per effettuare riprese con la telecamera). È Davide che ha inventato il sistema dei clic e dei siti-satellite, è lui che ha trasformato il blog in una macchina pubblicitaria, che fa guadagni.
Sul lavoro, e in politica, la frase ricorrente è «conta l’obiettivo», poco gli importa di come ci si arrivi. Stima Di Maio, ma lo considera un suo dipendente. «I parlamentari facciano i parlamentari, non devono occuparsi del loro collegio elettorale non siamo un partito», diceva anni fa Gianroberto Casaleggio, il Riccardo III del movimento. La nuova generazione ha già preso un’altra via.