Tempo inutile è quello perduto nel blaterare, inquinato e corrotto, ormai da tanto, umiliato e asservito alle ideologie dell’informazione mercantile e della devastante prepotenza dell’incalzare vortice televisivo. Apparentemente, queste righe, potrebbero apparire fuori luogo, o non adeguate quando ci si accinge a parlare di poesia, che è l’esatto contrario di quanto appena detto sul nostro tempo; che diventa utile se si nutre di poesia.
E dunque, era una domenica di questo marzo inquieto e giocherellone, intriso di primavera, ma ancora in preda , ai ritmi gelidi dell’inverno. E della dolce stagione della rinascita ci giunge l’eco delle eleganti armonie di “ Sfumature del cielo”; e parlando di cielo, subito, viene in mente il suo colore, appunto.
L’Autrice, Sandra De Felice, che si sa, scrive con gli occhi azzurri, e si ripresenta al pubblico con questa nuova silloge (Costa Edizioni), che già nel titolo racchiude il senso autentico della poesia. Quelle piccole trasparenti gocce di elegante malinconia, che ogni verso, come un fluido, accarezzano la testa del lettore, come la più illustre delle madri sul proprio bimbo invitano ad una rinascita giornaliera, dunque un mondo ancora vivo, una parola che rinasce nel suo incedere. E se è parola, è poesia, è lirismo. Ogni verso di Sandra è uno scrigno prezioso di storie e di eloquenti silenzi. Versi, figli illustri di assenze sofferte nella nobiltà del tacere , tra le righe evocano echi della classicità lirica italiana, quella dei numi tutelari delle armonie ritmiche del poetare, e di queste ritmicità Sandra, nel suo lavoro, da sempre ne fa uso virtuoso.
Alle prime letture subito ci si immedesima in atmosfere che inneggiano a nuovi mattini, e nel carezzevole risveglio del giorno, ma con mano nella mano alla delicatezza del tramonto . Scrittura,in antitesi con certa poesia attuale che è figlia, come già detto del peggior mercantilismo letterario. Sandra De Felice, da osservatrice attenta e colta, usa la parola lirica, nel senso più nobile del significato, e compie l’operazione filologica che da sempre la contraddistingue, riesce cioè, a purificarla dalle scorie che finora l’hanno umiliata. Allora, leggere un verso di Sandra, è come addentrarsi in maniero di puro cristallo trasparente. E si ritrovano le cadenze malinconiche dei crepuscolari, e non di rado, ci si imbatte nel ritmare discorsivo dei crepuscolari. Conciliare la tradizione con la modernità, edificare la forma nel contenuto, per farne lirismo narrante è la “colonna sonora” della poetica di Sandra de Felice, che per nulla esagerati possiamo ben dire che anticipa i tempi nuovi della poesia che verrà.
Poesia nuova, dunque, poiché è, senza tema di smentita, dialogo tra “io” narrante, che con l’occhio attento alle latitudini filologiche dell’inconscio, donano al lettore, le eleganti malinconie, le supreme visioni che evoca il suo scrivere poetico e fino a elevarsi dalle mediocrità scritturali che questa città ha “prodotto” – Sandra è Pescarese a tutto tondo, e il suo lirismo è la sintassi perfetta del fabulare armonico, che è la sua “colonna sonora” da sempre, vibrata sulle note dell’arpa che l’hanno accompagnata sul palco, con la saggezza delicata delle mani di Marilena Marulli, le voci del recitare accattivante di Liliana Rullo, e Rosy Binni, attrici di spessore, guidate da Elena Costa, editrice del testo. In conclusione, una serata al femminile, come è ovvio,e che ha reso omaggio alla grammatica scritturale di Sandra De Felice che forse inconsciamente, accorcia, e di molto, la distanza canonica tra prosa e lirismo, per poi farne un unicum virtuoso originale.
Sandra De Felice Sfumature di cielo. Costa edizioni, Montesilvano (Pe), 2023.
Francesco Di Rocco