TORINO – Per i Tribunale Amministrativo del Piemonte le elezioni regionali del 2010 sono nulle. La lista dei «Pensionati per Cota» presentata da Michele Giovine non era legittimata a partecipare alla competizione. Così ha deciso la prima sezione del Tar, accogliendo il ricorso numero 555 del 2010 presentato da Mercedes Bresso e Luigina Polacco, l’antagonista dei pensionati del centrosinistra che, con le sue denunce, aveva dato inizio alla battaglia contro la lista di Giovine.
La motivazione sarà depositata fra dieci giorni, e i giudici spiegheranno perché hanno scritto «si accoglie il ricorso principale, come integrato dai motivi aggiunti, e per l’effetto annulla l’atto di proclamazione degli eletti, unitamente agli atti presupposti oggetto di impugnativa i fini della rinnovazione della competizione elettorale». Quest’ultimo passaggio riguarda la memoria depositata dai legali di Giovine contro la lista «Pensionati per Bresso» finita al centro della polemica per le stesse accuse rivolte a Giovine. Il Tar ha ritenuto in sostanza inammissibile il ricorso contro la lista perché non sono state rispettate le procedure giuridiche, quindi il «gioco» numerico di sottrazione e compensazione dei voti, da sempre cavalcato dal centrodestra, non è utilizzabile. E dichiara inammissibile il ricorso incidentale. Di fatto i consiglieri regionali hanno un’ultima strada, quella di fare ricorso al Consiglio di Stato. E così faranno. Secondo i legali della Bresso, il presidente della Regione Cota dovrebbe, vista l’esecutività della decisione del Tar. sciogliere immediatamente il Consiglio e indire nuove elezioni, in quanto il ricorso al Consiglio di Stato finirebbe per avere gli stessi contenuti sui quali l’organo si era già pronunciato, rimandando la questione al Tar del Piemonte.
«Un attacco alla democrazia, ecco di cosa si tratta». Così il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato, su Facebook, la sentenza E ha aggiunto: «Altro che mutande! Forse a qualcuno hanno dato fastidio i 30 milioni di risparmio secco, all’anno, dei costi della politica in Regione. Forza Piemont, forza Lega, continuiamo a lavorare».
«Abbiamo vinto finalmente. La sentenza è immediatamente esecutiva e ci sono tutti i tempi per andare a votare insieme alle elezioni europee». Mercedes Bresso, ex presidente della Regione commenta così la sentenza. Per Fabio Lavagno (Sel) «la sentenza del Tar sulle elezioni regionali piemontesi pone la parola fine al fallimentare governo Cota. Una fine che se fosse arrivata prima avrebbe evitato ai cittadini piemontesi quattro anni di una gestione fallimentare incapace di salvaguardare occupazione e sviluppo produttivo in territori che, forse più di altri hanno patito il peso della crisi». «Giustizia è fatta – per Federico Fornaro, senatore del Pd -: ora non ci sono più alibi: Cota e la sua giunta si dimettano subito e si vada a maggio alle elezioni. Sergio Chiamparino sarebbe l’uomo giusto per ridare autorevolezza e credibilità al Piemonte». Il Pd ha annunciato per oggi alle 16 una conferenza stampa con Mercedes Bresso, con il segretario regionale Gianfranco Morgando, il capogruppo Aldo Reschigna e il presidente del Pd del Piemonte Andrea Giorgis. «Finalmente è stata fatta giustizia e la parola potrà tornare agli elettori», sostiene la consigliera della Federazione della sinistra, Eleonora Artesio, «Se la sentenza verrà confermata dal Consiglio di Stato – aggiunge – il Piemonte potrà liberarsi di un’amministrazione non solo illegittima, ma che in quattro anni ha mal governato questa regione producendo disastri cui spero ora si possa porre rimedio».
«Non si può andare contro la volontà popolare. Faremo ricorso al Consiglio di Stato». Così Luca Pedrale, capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale del Piemonte, in merito alla sentenza del Tar che ha annullato le elezioni del 2010. «Stranamente – aggiunge – è stata presa in considerazione solo la nullità della lista Pensionati per Cota e non di quella altrettanto nulla della Bresso. Se ci saranno delle elezioni anticipate non ci spaventa. I sondaggi danno comunque sempre in vantaggio il centrodestra».