ROMA – Nulla di fatto per le elezioni in Figc. Nessun presidente e federazione verso il commissariamento. Prima del ballottaggio tra Sibilia e Gravina non si è trovato l’accordo e il dirigente abruzzese ha detto no alla presidenza. Il rifiuto è spiegato nell’intervista rilasciata a Rmc Sport. “Il no a Sibilia per la presidenza? Da sempre ho lavorato per fare il presidente federale – spiega Gravina – e investito tutte le mie energie, quindi aver detto di no a questa proposta è un punto a mio favore, non a mio sfavore. Io ho una mia dignità, una mia coerenza che ho messo a disposizione del mondo del calcio in questi anni. Pensare di rinnegarla per il solo fatto di diventare presidente della Figc non fa parte del mio modo di interpretare le regole del gioco. Mi dispiace, e per questo chiedo scusa a tutti coloro che erano presenti e a tutti gli italiani”.
E poi ancora: “La partita doveva essere giocata e doveva essere giocata fino in fondo. Invece qualcuno mentre si stava giocando ha tolto il pallone dal campo da gioco. Sibilia ha dato disposizioni agganciandosi a quello che era l’idea dei calciatori di votare scheda bianca. E’ evidente che non c’è stata più partita. Non stiamo a parlare di proposte di accordo, che definisco volgare: non potevo accettare la presidenza, a dispetto di un progetto, di una squadra, di un pacchetto di voti che va oltre la Lega Pro. Non e’ la sconfitta del calcio italiano, ma la certificazione della sconfitta di una classe dirigente”.