L’AQUILA – Il presidente della Regione Gianni Chiodi non ha dubbi sulla sua ricandidatura alla presidenza della Regione alle elezioni di maggio e si e’ dichiarato pronto ad affrontare la campagna elettorale per dire cosa e’ stato fatto per l’Abruzzo durante il suo mandato, in scadenza. Della sua candidatura potrebbe aver parlato anche con Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che ha “sentito in questi giorni”, come ha detto lui stesso incontrando i giornalisti.
Chiodi non nasconde che l’inchiesta sui rimborsi in Regione, che lo vede indagato con altre 24 persone, consiglieri e assessori, abbia creato un “problema politico serio, ma possiamo essere fieri” del lavoro svolto, ha detto in conferenza stampa. Parlando per un’ora e venti minuti, il presidente ha cercato di fare chiarezza su tutti gli aspetti che lo riguardano nell’inchiesta della Procura di Pescara, cosi’ come ha fatto ieri in Procura.
“I reati contestati sono infamanti – ha osservato – ma ho dato delle spiegazioni che portano a ritenere che non ho fatto nulla di male. Ci rimetteremo alle valutazioni della magistratura”, ha chiarito, e “puo’ emergere una situazione diversa da quella rappresentata”. “Questa vicenda giudiziaria bene non fa, usando un eufemismo – ha proseguito -. E’ stata molto infamante. Quella dei rimborsi e’ una vicenda grave. Gli abruzzesi dicono che faccio la cresta sui rimborsi per cento euro, ma io non ho lucrato sui soldi degli cittadini, anzi ho dato di persona alla Regione, essendomi pagato il telefono e non facendomi pagare gran parte dei pasti”.
Riferendosi ai risultati raggiunti dalla Regione in questi anni si e’ augurato che “quanto fatto per l’Abruzzo non sia offuscato” da questa vicenda giudiziaria, anzi ha detto di confidare nella “intelligenza degli abruzzesi. Siamo un gruppo di persone che ha cercato di lavorare molto bene per l’Abruzzo e io ho dato anima e cuore, e tutta la mia capacita’ di lavoro”.