CAPPELLE SUL TAVO – Aveva diversi beni immobili per circa un milione di euro. Nonostante questo dichiarava al fisco solo solo alcune migliaia di euro. E così quattro locali situati a Cappelle sul Tavo e Montesilvano sono stati sottoposti a sequestro anticipato, questa mattina, dal personale di Guardia di finanza, polizia e carabinieri a carico di un nomade, Vincenzo Bevilacqua, 48 anni, originario di Caivano (Napoli), arrivato a Montesilvano nel 2005 da Rionero in Vulture (Potenza), volto noto alle forze dell’ordine e attualmente rinchiuso in carcere per omicidio e occultamento di cadavere.
All’uomo è stata proposta la sorveglianza speciale per cinque anni. Le forze dell’ordine ritengono che le sue ricchezze derivino dall’attivita’ illecita posta in essere negli anni. Dal 2005 in poi Bevilacqua e’ stato denunciato e arrestato per una lunga serie di reati tra cui truffa, droga, usura, estorsione, e non solo questo. Con lui, proprietario di una concessionaria di auto (la Planet Auto di Montesilvano) fu arrestata anche la moglie, Maria Michelina Santeramo, di 43 anni, per una truffa e anche per lei – intestataria di una villa sequestrata oggi – e’ stata proposta la sorveglianza speciale per tre anni. Stessa misura e’ stata proposta per uno dei due figli conviventi della coppia, Costantino, di 22 anni, per un periodo di un anno. I coniugi Bevilacqua hanno anche una figlia che non appartiene al nucleo familiare. Dei quattro immobili uno e’ un appartamento, un altro e’ un negozio, il terzo e ‘ un bar-trattoria, tutti a Cappelle e l’ultimo e’ un’abitazione a Montesilvano.
Bevilacqua sta scontando da luglio 2008 una pena di 18 anni per l’omicidio di Domenico D’Alfonso, avvenuto a Rionero in Vulture (Potenza) nel 1999 e maturato nell’ambito del clan mafioso Cassotta. E’ stato subito “tenuto d’occhio” dai carabinieri nel momento in cui e’ arrivato a Montesilvano, ha spiegato in conferenza il comandante della compagnia Enzo Marinelli, che ha ricostruito le vicende di Bevilacqua e della sua famiglia insieme a Egidio Labbro Francia, dirigente Anticrimine della Questura, e Roberto Di Mascio, del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Sono state diverse le proposte di applicazione della sorveglianza speciale nei suoi confronti, in passato, non andate a buon fine, e il cambio di residenza con il trasferimento a Montesilvano ha in qualche modo salvato Bevilacqua perche’ il Tribunale di Potenza non era piu’ competente.
Quanto alle sue dichiarazioni dei redditi, nel 2008 e’ stata di 3.400 euro e nel 2009 di 11.700 euro e la posta maggiore era la voce relativa ai redditi di fabbricati. Anche la sua concessionaria aveva volumi d’affari non eccessivi, mai superiori a centomila euro, ha evidenziato Di Mascio, e non tutti i familiari presentavano la dichiarazione dei redditi, se non per i cespiti immobiliari. Di qui la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e i redditi dichiarati. Gli accertamenti patrimoniali sono partiti dopo l’arresto per una truffa architettata a danno di societa’ di leasing nel settore automobilistico e scoperta dalla polizia stradale nel pescarese.