PESCARA – Luigi Panzone non era presente in aula. Per lui è scattata la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il docente di tecnica bancaria e professionale era accusato di corruzione e falso ideologico, in seguito all’inchiesta sugli esami truccati all’università D’Annunzio di Chieti-Pescara, per fatti risalenti al 2012.
La sentenza di primo grado, nell’ambito del procedimento con giudizio immediato, è stata emessa fa dal tribunale collegiale di Pescara presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine. In mattinata si erano tenute le repliche del pubblico ministero e delle difese.
Il pm Valentina D’Agostino, che nell’udienza precedente aveva chiesto per Panzone una condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici, questa mattina ha depositato una memoria riepilogativa, contestando una serie di argomentazioni delle difese, a partire dalla presunta discrezionalità relativa alla valutazione dell’esame di lingua inglese, che secondo l’accusa sarebbe stato superato dal sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, grazie alle raccomandazioni di Panzone, nonostante solo 4 risposte su 70 che componevano il test risultassero esatte.
I legali del docente universitario, Federico Squartecchia e Giovanni Cerella, che invece avevano chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, in mattinata hanno ribadito le proprie argomentazioni, depositando anche una memoria difensiva.
Nello specifico, Panzone avrebbe accettato da Riccardi la promessa di 50mila euro, nonché il finanziamento di ulteriori somme necessarie a Panzone per riacquistare l’immobile dei familiari, o, comunque, l’impegno di Riccardi ad acquistare l’immobile anticipandone il prezzo. In cambio, Panzone si sarebbe impegnato per garantire a Riccardi il superamento degli esami universitari. Il docente, che era protestato e aveva un’impellente necessità di denaro, avrebbe dunque segnalato ad alcuni suoi colleghi il sindaco e sarebbe intervenuto per consentire anche all’imprenditore foggiano Michele D’Alba, che gli avrebbe consegnato 13mila euro, di superare gli esami. Le pressioni esercitate da Panzone, per consentire a Riccardi e D’Alba di superare positivamente e agevolmente gli esami, sarebbero andate a buon fine, tanto che le prove sarebbero state superate senza neppure essere sostenute o in alcuni casi con uno sforzo minimo.
Nell’ambito della stessa inchiesta Nicola De Marco, docente di inglese alla facoltà di Scienze manageriali dell’università D’Annunzio di Chieti-Pescara, è stato già giudicato con il rito abbreviato e condannato per falso a 5 mesi e 10 giorni.