CHIETI – E’ la prima volta che in Italia va in porto un progetto simile. Ora c’è l’ufficialità all’operazione di dismissione delle vecchie caserme militari. In arrivo finanziamenti per 15 milioni di euro, ma soprattutto un progetto che cambierà per sempre l’ex Berardi, già sede del 123° Reggimento, e l’ex Bucciante, dismessa sede dell’ospedale militare: la firma di oggi, a più mani, ha visto protagonista anche il Vice Presidente del Csm Legnini e, per l’occasione, da Roma è giunto a Chieti il sottosegretario Graziano Delrio.
Una rotazione di strutture e servizi che interesserà soprattutto i cosiddetti “uffici statali periferici”: di fatto, grazie ad un progetto pilota destinato a fare scuola in molte altre regioni, nasceranno tre poli. Nella struttura dell’ex Berardi saranno concentrate le forze dell’ordine ossia Carabinieri, Finanza e Forestale laddove nella palazzina dell’ex Bucciante arriveranno l’Archivio di Stato e la Biblioteca De Meis. Ulteriori spazi verranno, poi, destinati anche all’Università D’Annunzio così come si già si ipotizza un prossimo trasferimento degli uffici della Procura della Repubblica dagli attuali spazia di via Spaventa a quelli più ospitali e funzionali della Caserma Bergia di via Arniense.
“Arrivando da Roma sono rimasto colpito e affascinato dalla bellezza delle vostre montagne – ha detto il sottosegretario Delrio un istante prima che la cerimonia entrasse nel vivo delle firme – e ammirandole ho pensato di come il centrosud Italia sia virtuoso e speciale, capace di cogliere occasioni come questa colta da Chieti e l’Abruzzo più in generale”.
Una firma, quella di questa mattina, fortemente voluta dal vice presidente del Csm Legnini che ne ha curato i tanti, non semplici, dettagli tecnico-amministrativi sin dai tempi in cui era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: ” Non nascondo l’emozione per questa firma nella mia Chieti – ha commentato Legnini – ben sapendo quanto il progetto nazionale di dismissione delle vecchie caserme militari sia tanto ambizioso quanto lungimirante. A maggior ragione in un momento di grave crisi economica come quello che anche l’Italia sta attraversando – ha aggiunto Legnini – non ci si può più permettere di tenere in vita strutture deserte e inutilizzate, spesso nel cuore delle città e per questo preziose. Per non parlare dei costi che, di contro, spesso si affrontano per pagare affitti di strutture come biblioteche pubbliche e archivi vari”.
Una firma frutto di mesi e mesi di lavoro, in perfetta sinergia, tra gli enti territoriali e quelli nazionali: nell’espressione del sindaco Di Primio tutto l’orgoglio per il “primato” teatino. “Fieramente abruzzese” si è definito il governatore D’Alfonso lodando “l’operato certosino di tutti coloro che hanno dato il proprio fattivo contributo alla realizzazione del progetto oggi festeggiato”. Una cosa è certa: Chieti dimostrerà a se stessa e al resto d’Italia che un centro storico può e deve vivere, anche grazie a progetti come questo il cui grande merito è quello di riportare attività, uffici, persone e interessi.