TOLLO – I rifiuti speciali della ex Sogeri di Tollo, sotterrati per mettere l’area in sicurezza, avrebbero causato la contaminazione della falda acquifera. La scoperta è stata fatta dal Corpo Forestale dello Stato. Le indagini coordinate dal pm di Chieti Falasca, sono ancora in corso, ma in questi anni il lavoro degli inquirenti aveva già portato alla luce gravi problematiche ambientali determinate dallo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi (prima noti come tossici nocivi).
Dopo il ritrovamento di alcuni contenitori ammassati all’interno di due capannoni, rimossi a seguito dei provvedimenti di risanamento adottati dalla Regione Abruzzo, le analisi hanno evidenziato la presenza di sostanze inquinanti anche nella falda, probabile conseguenza dei rifiuti tombati dentro e fuori dall’area messa in sicurezza.
In sostanza proprio il sotterramento dei rifiuti per la messa in sicurezza sarebbe la causa della contaminazione della falda, aggravata dal ritrovamento di altri rifiuti imprevisti. Questi elementi hanno determinato il sequestro dell’intera area e del sistema di convogliamento delle acque reflue nel torrente Venna, sequestro tuttora in corso.
Il monitoraggio delle acque sotterranee sembra purtroppo aver confermato la presenza di inquinanti come Manganese, Nichel, Ferro, Cromo totale, Boro, Nitriti, Solfati e Floruri presenti con valori al di sopra dei parametri di legge. Inoltre, nelle acque meteoriche (dette di ruscellamento) è stata confermata la presenza di solfati e cloruri riconducibili ad alcune tipologie di rifiuti interrati.
Inoltre, nel corso di ulteriori accertamenti, sono stati scoperti rifiuti speciali interrati al di fuori dell’area cinturata, in un punto che durante i lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Regione nel 2009 era stata erroneamente classificata come incontaminata. Questi rifiuti, a pochi metri dal torrente Venna, sono risultati della stessa tipologia di quelli contenuti nei capannoni e di quelli tombati nell’area messa in sicurezza, ossia scarti di concerie, rifiuti di processi industriali con concentrazioni consistenti di metalli e di altre sostanze riconducibili alle scorie di fusione.
Grazie all’intervento del Comando Stazione Forestale di Ortona e dell’ARTA sono state adottate misure decisive volte alla tutela delle persone vicine a questa fonte d’inquinamento, come il blocco dello scarico diretto delle acque reflue nel torrente Venna (che confluisce nel Foro) mediante vasche a tenuta e la rimozione dei big bags contenuti nel capannone. Il sindaco di Tollo, Angelo Radica, ha firmato l’ordinanza di divieti di attingere allo stesso torrente Venna.
“Quattro persone – si legge nel comunicato del Corpo Forestale dello Stato di Chieti – relativo all’area della ex fornace Gagliardi in contrada Venna – sono state deferite all’autorità giudiziaria per rispondere della presenza di rifiuti al di fuori dell’area MISPE, delle motivazioni per cui si sono rilevati valori anomali di sostanze inquinanti nelle falde e nelle acque di scarico, e delle conseguenze sulla salubrità ambientale derivanti da tali condotte illecite. Il PM, titolare dell’indagine, sta effettuando le valutazioni di competenza circa le effettive responsabilità di ciascuno”.