ROMA – Nei monasteri di clausura femminili, Facebook e gli altri social network «possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione», ma bisogna farne un uso «prudente». È il monito di Papa Francesco rivolto alle monache affinché i social non siano «occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione».
Nella Costituzione Apostolica «Vultum Dei quaerere», pubblicata oggi, il Papa mette in guardia dalle «varie tentazioni, per cui la vostra contemplazione può diventare terreno di combattimento spirituale, che voi sostenete coraggiosamente a nome e a beneficio della Chiesa intera, che vi sa sentinelle fedeli, forti e tenaci nella lotta». «Tra le tentazioni più insidiose per un contemplativo, ricordiamo – scrive Francesco – quella chiamata dai padri del deserto “demonio meridiano”: è la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante. Questo porta lentamente alla psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come il più prezioso degli elisir del demonio».