PESCARA – Sui mancati rimborsi dopo il fermo biologico intervengono i parlamentari abruzzesi Vittoria D’Incecco e Gianluca Fusilli. I due sono tra i firmatari dell’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Laura Venittelli, responsabile nazionale delle politiche agricole, per sapere “come stia l’attuale situazione relative alle numerose questioni correlate al fermo biologico”.
Nel testo ricordano che a seguito di recenti innovazioni legislative, dal 2017, non è più possibile utilizzare la Cassa integrazione straordinaria in deroga per sostenere il reddito dei pescatori nel caso di sospensioni temporanee dell’attività di pesca per condizioni meteorologiche avverse e per ogni altra causa – organizzativa o ambientale – non imputabile al datore di lavoro, ad esempio per la presenza di mucillagine, e nel caso di arresto temporaneo obbligatorio, (cosiddetto fermo biologico).
Nell’atto ispettivo, inoltre, i firmatari dell’interrogazione sottolineano che “con la legge di bilancio 2017 si è cercato di fornire una risposta concreta al problema mediante l’istituzione di un Fondo di Solidarietà per il Settore Pesca (Fospe) – assimilabile ai fondi di integrazione salariale previsti dall’art.26 del D.Lgs 148/2015 – che ha come scopo la tutela, in costanza di rapporto di lavoro, del reddito dei lavoratori delle imprese di pesca. Tuttavia il Fondo ha una dotazione iniziale di solo 1 milione di euro a carico del bilancio dello Stato per l’anno 2017 e prevede la contribuzione ordinaria, ripartita tra datori di lavoro e lavoratori nella misura, rispettivamente, di due terzi e di un terzo”. I deputati poi fanno notare che
“la proposta di riforma del settore ittico contiene una delega al governo per ristrutturare il sistema degli ammortizzatori sociali nella pesca, allo scopo di sostenere il reddito e di favorire la tutela dei livelli occupazionali degli operatori della pesca in tutti i casi di sospensione dell’attività e di individuare forme alternative di impiego. Questa situazione ancora indefinita si ripercuote pesantemente sulle aziende e sui lavoratori della pesca, che lamentano l’assenza da parte del governo di adeguate tutele a sostegno del reddito in un comparto fortemente esposto alle incertezze conseguenti alle avversità meteorologiche, alle crisi di mercato e all’inquinamento ambientale. A quanto risulta gli indennizzi agli armatori di tutte le regioni italiane non sono stati corrisposti, in particolare, è giunta segnalazione all’interrogante che la cooperativa Lavoratori del mare di Rimini ed altre realtà delle regioni Marche, Abruzzo e Molise ad oggi non hanno ancora ricevuto il pagamento del fermo pesca obbligatorio del 2015 e del 2016 e tutte esprimono forte preoccupazione per l’anno in corso, poiché il periodo di fermo biologico si avvicina e la costituzione definitiva del Fondo di solidarietà per i lavoratori della pesca sta incontrando molte difficoltà”.
Alla luce di questa situazione, i deputati dem chiedono ai ministri Martina e Poletti “se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le cause del mancato pagamento del fermo pesca obbligatorio del 2015 e del 2016″.