ROSCIANO – “Finanziate e avviate, si spera, le opere antiesondazione sull’asta Aterno-Pescara, con la realizzazione di 5 vasche naturali sui territori di Rosciano e Cepagatti, che comunque causeranno una perdita a carico dei due comuni, la Regione deve ora operare per vincolare in maniera perenne le aree ancora libere lungo l’intero asse, al fine di impedire ulteriori e future cementificazioni. A tal fine lunedi’ depositero’ un emendamento alla legge approvata un mese fa per vietare ogni genere di edificazione, sia residenziale che commerciale, sulle superfici poste sino a 150 metri dalle sponde e dagli argini”. A dirlo e’ stato il capogruppo di Forza Italia, alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri nel corso della conferenza stampa odierna convocata sul tema, alla presenza dei due consiglieri comunali di Cepagatti Paolo Di Domizio e Monica Ciuffi.
“In altre parole, fatte le vasche di compensazione – ha affermato l’esponente politico – a nessuno venisse in mente di autorizzare altri palazzi o centri di distribuzione, com’e’ gia’ avvenuto in passato a Spoltore, Chieti, Manoppello o San Giovanni Teatino. Sono certo che il Pd non potra’ che sottoscrivere e approvare tale norma a tutela dell’intera regione”.
Nei giorni scorsi il Governatore D’Alfonso e’ riuscito a sbloccare l’iter di un progetto iniziato con il Governo Chiodi, ossia la realizzazione delle 5 vasche o bacini di laminazione, ossia le vasche di espansione, per permettere al fiume Pescara di esondare in occasione delle piene ventennali, trentennali e cinquantennali, un’opera – ha spiegato Sospiri – oggi obbligatoria perche’ nel tempo molti Comuni che corrono lungo l’asta hanno cementificato le aree naturali di esondazione e tutti ricordiamo gli effetti su Pescara dell’alluvione del 2 dicembre 2013, quando e’ stato necessario evacuare l’intero quartiere di Villaggio Alcyone e l’acqua ha invaso la golena sud e quella nord. Ora il progetto prevede la realizzazione di quelle vasche negli abitati di Rosciano e di Cepagatti perche’, paradossalmente, sono stati i Comuni piu’ virtuosi, ossia i soli due Comuni che hanno lasciato correttamente libero il territorio a ridosso del fiume
. Le vasche vengono dunque realizzate, e, dovendo acquisire i terreni necessari per le opere, cio’ accadra’ tramite una legge che stabilisce la Servitu’ di allagamento, ovvero non ci saranno espropri, anche per evitare il rischio di contenziosi che avrebbero allungato i tempi di cantiere con il rischio di perdere i 54milioni di euro di finanziamento, dunque i terreni, tutti di natura agricola, non verranno tolti ai proprietari, ma ci sara’ solo una servitu’ e i proprietari potranno continuare a coltivarli, imponendo, pero’, comunque delle limitazioni, ossia dei danni”.