PESCARA – Con l’avvicinarsi della stagione estiva l’obiettivo primario è garantire una sicura balneabilità agli abruzzesi. Per questo motivo occorre agire alla fonte. In mattinata infatti il presidente D’Alfonso ha effettuato una serie di sopralluoghi agli scarichi abusivi che riversano nel fiume Pescara. Ora bisogna passare all’azione.
Per questo motivo tre scarichi abusivi in un canale di scolo secondario in via Raiale 293, sono stati ostruiti con altrettanti otturatori ad aria compressa dal presidente della Giunta regionale, calatosi lungo gli argini accidentati dello scarico maleodorante. D’Alfonso aveva anticipato qualche giorno fa “un’azione dimostrativa”.
“L’operazione – come ha spiegato il presidente davanti alle telecamere, al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini e ad altri componenti la Giunta comunale di Pescara – ha due obiettivi: ricostruire le responsabilita’ e ripristinare la moralizzazione delle condotte non solo degli amministratori pubblici ma anche degli imprenditori”. D’Alfonso si e’ detto convinto che “molte imprese non sanno, le furbe devono essere riportate alla correttezza comportamentale”, passando per la via della “rinaturalizzazione”. Il presidente ha quindi evidenziato quanto costi, in termini di “aggressione alle bellezze naturali ed in termini di risorse finanziarie l’insensibilita’ nei confronti di questo argomento” ed ha richiamato tutti ad un atto di solidarieta’.
Prima del sopralluogo il presidente, in due tavoli distinti, aperti agli amministratori comunali e alle imprese assegnatarie dei lavori per il potenziamento dei depuratori, aveva trattato l’argomento dell’inquinamento dei fiumi e del mare, ricordando i 36 milioni di euro stanziati per gli interventi ma anche definendo un cronoprogramma serrato dei lavori.
Nel frattempo le associazioni ambientaliste si fanno sentire: “La gravissima situazione dell’inquinamento nel fiume Pescara e’ estremamente preoccupante. E se il fiume e’ fortemente inquinato naturalmente anche il mare e’ tale e la prossima stagione balneare sembra essere compromessa”. Per le associazioni ecologiste Pro Natura Abruzzo e Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus la situazione e’ certamente molto grave – affermano in una nota – ma una corretta ed intelligente gestione del territorio puo’ iniziare a trovare soluzioni.
“Fino ad ora il Fiume Pescara e’ stato lasciato al suo triste destino: tante proposte che si sono perse poi nelle chiacchiere, nell’indignazione dei cittadini e degli ambientalisti, nelle polemiche sui giornali e in tv, senza pero’ giungere ad una soluzione concreta. Il fiume Pescara e’ da sempre il ‘Fiume della Memoria’ che ha scandito le vicende di tutti i comuni limitrofi, luogo di storie, leggende, paesaggi culturali di grande valore. Oggi l’inquinamento delle acque e poi la devastazione delle sue sponde con cementificazione selvaggia, scarichi abusivi, discariche e distruzione dei boschi ripariali hanno completamente rovinato l’immagine del fiume storico tanto amato da Gabriele D’Annunzio. La principale causa di morte del grande fiume d’Abruzzo e’ prima di tutto la perdita di memoria storica: nessuno piu’ si identifica col fiume Pescara e la sua storia millenaria”.
Spiega la dott.ssa Piera Lisa Di Felice, ittiologa e biologa esperta di fiumi: “Negli ultimi decenni, la gestione degli ambiti fluviali nel nostro paese e’ stata improntata in massima parte ad una visione ingegneristica secondo la quale i fiumi devono essere considerati come canali il cui scopo unico e’ quello di portare il piu’ velocemente possibile le acque al mare. E’ cosi’ avvenuto che, con il pretesto di far defluire piene con elevati tempi di ritorno, la struttura morfologica dei corsi d’acqua e’ stata spesso alterata e, con essa, gran parte del loro sistema biologico, compromettendo i delicati equilibri dell’ecosistema fiume. L’uomo con la sua azione ha profondamente alterato il volto dei corsi d’acqua. Pertanto l’ inquinamento, il dissesto idrogeologico non solo altro che il frutto della cattiva gestione dei fiumi. D’altro canto bisogna considerare che un ecosistema fluviale ‘sano’ ha un’altissima resilienza: a mero titolo esemplificativa capacita’ autodepurativa delle acque, azione di fascia tampone, di stabilizzazione del suolo e di ombreggiamento dei boschi igrofili che crescono sulle sue sponde. Per questo e’ necessario cambiare in maniera radicale l’approccio alla gestione dei fiumi, vere arterie pulsanti dei nostri territori. Perche’ risanando i fiumi, ricreando gli adeguati ecosistemi tuteliamo la nostra salute e la nostra incolumita’”. Pertanto, secondo le associazioni ecologiste, “il Fiume Pescara puo’ essere risanato solo se sara’ riscoperto il forte valore identitario che lega le popolazioni al fiume: dalla conoscenza nasce l’amore ed il rispetto. La strada sicuramente e’ lunga: ma assolutamente percorribile”.