ROMA – Uno stop di sei mesi, da oggi fino al prossimo 7 aprile deciso dalla Commissione Etica e Disciplina dell’Uefa. Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio dallo scorso 11 agosto, paga le frasi sugli extracomunitari e il nostro campionato («Prima mangiavano le banane e, poi, vengono qua e giocano titolari, magari nella Lazio…», in sintesi la sua riflessione il 25 luglio scorso) con l’impossibilità di poter partecipare ai lavori delle commissioni Uefa per un lungo periodo di tempo. Il verdetto che arriva dal massimo organismo del calcio continentale impedirà allo stesso Tavecchio anche di rappresentare la federazione italiana nel congresso Uefa del prossimo 25 marzo.
«Le sentenze si rispettano, non si commentano…», così il presidente della Figc che potrà, comunque, continuare ad essere al seguito della Nazionale anche negli impegni fuori confine, a cominciare dalla tappa azzurra di Malta di lunedì. Tavecchio non lascerà il suo posto al vertice della Federcalcio, anche se l’esito dell’inchiesta aperta dall’Uefa subito dopo l’elezione dell’ex numero uno della Lega Dilettanti al posto di Giancarlo Abete costituisce per l’Italia un precedente di una certa gravità.
Sulle frasi di Tavecchio era stato aperto anche un fascicolo da parte della procura federale guidata dal pm del pallone Stefano Palazzi: l’indagine interna si era conclusa con l’archiviazione nei confronti del nuovo capo del nostro calcio.