ROMA – Renzi annuncia la stretta sui furbetti del cartellino. Con un provvedimento «cattivo ma giusto», contenuto in uno dei tre decreti legislativi varati ieri dal Consiglio dei ministri in attuazione della riforma della Pubblica amministrazione che porta il nome della ministra Marianna Madia.
Ma cosa prevedono le nuove norme? Per «chi viene beccato a timbrare il cartellino e ad andarsene», spiega Renzi, non c’è più «una lunga trafila» per il licenziamento. Il decreto «fannulloni», come è stato ribattezzato, introduce uno specifico illecito disciplinare per la falsa attestazione della presenza in servizio. Il caso, appunto, di chi timbra il cartellino e invece di entrare in ufficio se ne va al bar o a fare shopping. Se colto in flagranza o ripreso dalle videocamere di sorveglianza, per il lavoratore scatta la sospensione dal servizio e dalla retribuzione entro 48 ore. Il provvedimento scatterà d’ufficio e, quindi, diventa obbligatorio. Al dipendente destinatario della misura sarà comunque corrisposto un assegno alimentare durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro. Ma tra i giuslavoristi c’è chi ha fatto notare – essendo la sospensione di per sé una sanzione disciplinare comminata senza dare al lavoratore la possibilità di difendersi e, quindi, in violazione del contraddittorio – il serio rischio che la norma apra una lunga serie di ricorsi.
Comminata la sospensione, si apre il procedimento disciplinare: dovrà chiudersi in 30 giorni, durante i quali il lavoratore potrà esercitare il diritto di difesa. Se al termine l’illecito risulta accertato scatta il licenziamento, che può essere impugnato dinanzi al giudice. Ma non è tutto. L’amministrazione sarà tenuta a sporgere denuncia all’autorità giudiziaria e a segnalare l’illecito alla Corte dei Conti, che potrà infliggere al dipendente una condanna per danno d’immagine ad una cifra pari ad almeno sei mensilità di stipendio. Giro di vite anche «per il dirigente che si gira dall’altra parte», come spiega ancora il premier: «È previsto il licenziamento come sanzione già definita». Dopo relativo procedimento disciplinare. «Da noi è stata chiamata una norma di buon senso: chi fa questo sta truffando lo Stato, la Regione, la Asl, quindi – conclude Renzi – finalmente al punto in cui prendi e vai a casa c’è il licenziamento, in modo cattivo ma giusto».