ROMA – Il giorno dopo il via libera all’emendamento al dl-salva Roma che, di fatto, stringe la morsa sui Comuni e le Regioni che emanano norme contro il gioco d’azzardo, Renzi sceglie Facebook per chiedere al partito di rimediare. Lo fa dopo 24 ore di critiche spietate, da parte dell’opposizione e dalle amministrazioni che hanno alzato barriere per sfidare i giganti dell’azzardo. L’emendamento, presentato da “Nuovo centrodestra” ma approvato al Senato anche coi voti del Pd, di fatto stabilisce un taglio dei trasferimenti statali agli enti che provano a contrastare l’avanzata delle slot.
Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, parla di «bastonata ai sindaci e alle regioni che lottano contro il gioco d’azzardo. Prevenzione, guerra alla ludopatia e sale bingo lontane dalle scuole: gli spot elettorali di certi partiti e parlamentari scompaiono non appena è ora di fare cassa» attacca il leader leghista. Durissimi i grillini, che parlano di emendamento ricatto. «L’emendamento in prima battuta era stato annunciato come ritirato. Ma era un bluff dei partiti. In realtà all’ultimo e’ stato presentato in aula e votato».
Poi si alza la voce di Renzi. «Contate sul Pd che bloccherà la porcata sulle slot» dice alla rivista Vita.E allora arriva la frenata. Il Senato nel pomeriggio ha accolto l’ordine del giorno presentato dalla senatrice del Partito Democratico e relatrice del provvedimento, Magda Zanoni sull’attuazione del comma 1 dell’emendamento al dl salva-Roma sui giochi d’azzardo presentato dalla senatrice Federica Chiavaroli di Ncd. «Con questo testo – spiega Zanoni – impegniamo il governo ad avviare in via preventiva una concertazione con Comuni e regioni al fine di evitare la collocazione di sale gioco in prossimità di luoghi sensibili e di rimuoverle qualora fossero così collocate».