AVEZZANO – Medici, imprenditori, politici locali e pluripregiudicati sono coinvolti in un inchiesta della Guardia di Finanzache ha eseguito dieci ordini di custodia cautelare, emessi dal Gip del Tribunale di Avezzano. Tutti sarebbero responsabili, a vario titolo, di frode processuale, corruzione, falsita’ materiale ed ideologica commessa da pubblici ufficiali in atto pubblico, frode assicurativa, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento.
Ora tre sono in carcere e sette ai domiciliari. Le indagini delle Fiamme gialle hanno portato alla scoperta di un “emporio” per certificati falsi finalizzati ad ottenere pensioni e permessi lavorativi.
Gli indagati sono complessivamente diciotto. Fra gli arrestati c’è anche Angelo Gallese, 61 anni, psichiatra e dirigente Asl responsabile del Centro d’igiene mentale (Cim) di Avezzano. Coinvolti il consigliere provinciale Gianluca Alfonsi, l’ex assessore regionale Mario Panunzi e tre appartenenti alle forze dell’ordine. Gli arresti sono stati effettuati dalla guardia di finanza nell’ambito del l’operazione denominata “Tutti per uno”. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Avezzano.
Gli indagati sono: Arnaldo Aratari di Gioia dei Marsi, Angelo Gallese di Avezzano, Tiziana Mascitelli di Gioia dei Marsi, Guglielmo Mascitelli di Gioia dei Marsi, Luigi Maiello di Avezzano, Maria Palma Di Biase di San Benedetto dei Marsi, Paolo Di Bella di Avezzano, Gino Arioli di Ortucchio, Njiac Shahini di Avezzano, Orlando Morelli di Avezzano, Ida Morelli di Avezzano, Mario Panunzi di Avezzano, Paola Fracassi di Avezzano, Carmine Macerola di Cerchio, Giuseppe Agostinacchio di Roma, Gianluca Alfonsi di Gioia dei Marsi, Mauro Arcangeli di Carsoli, Raffaele La Russa di Catanzaro
L’indagine ha preso le mosse da mirati accertamenti nei confronti di soggetti pubblici e privati presenti sul territorio e che operano nel settore sanitario. L’attenzione investigativa si è concentrata su un’importante impresa sanitaria il cui amministratore avrebbe truffato anche attraverso l’illecita remunerazione di pubblici impiegati e di pubblici ufficiali per ottenere in cambio false certificazioni di natura medica per sé e per la moglie ed altri familiari. In particolare un medico psichiatra, Angelo Gallese, 62 anni, responsabile del Centro di Igiene Mentale (C.I.M.) della A.S.L. di Avezzano, avrebbe emesso falsi certificati in cambio di somme di denaro. Il suo studio è stato sottoposto ad intercettazione ambientale ed a monitoraggio video.
Sembrerebbe che l’indagato svolgesse un’incessante e lucrativa attività di vendita di certificati falsi ai diversi avventori che, molto probabilmente con il passaparola, si avvicendavano nel suo ufficio che era stato trasformato il suo ufficio presso il Centro di Igiene Mentale, preposto alla cura di persone con malattie psichiche, in un vero e proprio emporio di certificati falsi. A rivolgersi a lui l’imprenditore, il politico locale, il medico di pronto soccorso, il dipendente della multinazionale, ma anche il vecchio migrante, il pluripregiudicato che pagavano falsi certificati medici per ottenere risarcimenti in seguito ad incidenti stradali, istanze di congedo per malattia al proprio datore di lavoro, domande di invalidità o di esonero dal presenziare ai processi.
Le intercettazioni ambientali e telefoniche e il sequestro delle cartelle cliniche e dei certificati redatti dallo psichiatra e la perquisizione domiciliari hanno permesso importanti riscontri. Nell’ abitazione del medico le Fiamme gialle hanno scoperto due locali adibiti a studio e in uno di essi c’era un lettino medico, un separé ambulatoriale ed un armadio a vetri contenente numerosi medicinali cartelle cliniche, ricettari, timbri dell’AS. Lo specialista, infatti, riceveva pazienti, nonostante operasse in regime di intra-moenia.
La Guardia di Finanza pone l’attenzione sui casi più eclatanti di mercimonio delle funzioni da parte del medico che hanno riguardato: la produzione di elementi di prova fittizi per incrementare le richieste risarcitorie che un politico, noto a livello locale per aver ricoperto l’incarico di consigliere regionale, aveva avanzato ad un importante società assicurativa; l’elaborazione di false certificazioni a favore di un altro medico per evitare a quest’ultimo il trasferimento di sede; l’attestazione di patologie inesistenti fornita ad un noto pregiudicato che si era rivolto a lui per ottenere certificazioni sanitarie che lo esentassero dal presenziare ai processi a suo carico evitandogli così situazioni “particolarmente stressanti”; il riconoscimento di false malattie psicosomatiche a due pubblici dipendenti che consentivano, ad uno, di assentarsi dal lavoro per periodi prolungati, e, all’altro, di ottenere l’esonero dalle attività lavorative pur mantenendo lo stipendio; l’induzione in errore di un consulente del lavoro nominato dal Giudice del Lavoro di Avezzano che, grazie alle false certificazioni, riconosceva ad una donna una pensione di invalidità ai danni dell’Inps.