L’AQUILA – Il vice presidente della Regione Giovanni Lolli è stato chiaro: niente più perforazioni per il Gran Sasso e maggiore sicurezza all’interno dei Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica nucleare: sono tra le indicazioni prioritarie emerse dal tavolo di confronto convocato in Regione in cui si è parlato dei progetti e del conseguente piano di attuazione per la messa in sicurezza del bacino idrico del Gran Sasso.
L’incontro è stato necessario per garantire che non ci siano interferenze tra le falde acquifere della montagna abruzzese che riforniscono i versanti aquilani e teramani e le attività della società Strada dei Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A/24 e A/25 e degli esperimenti dei laboratori dell’INFN. Il vice presidente Lolli aveva lanciato un ultimatum affinché entro il 19 giugno venissero presentati i progetti di messa in sicurezza, richiesti nell’ultima riunione del tavolo nel febbraio scorso, altrimenti le due società sarebbero state messe in mora e sarebbe scattato un piano alternativo.
Strada Parchi spa, concessionaria della autostrada A24 che comprende anche il traforo del Gran Sasso, e l’Istituto nazionale di fisica Nucleare (Infn) che opera nei laboratori del Gran Sasso, hanno consegnato alla Regione i progetti di messa in sicurezza che dovrebbero garantire la non interferenza tra le attività dei due enti e le falde acquifere del Gran Sasso.
Sia Strada dei Parchi che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare del Gran Sasso hanno presentato la documentazione entro la scadenza indicata nell’ultimatum della Regione. E’ stato evitato, quindi, l’incidente diplomatico dopo le ripetute denunce delle associazioni ambientaliste, riunite in un coordinamento per la mobilitazione dell’acqua del Gran Sasso, che hanno portato alla luce gli incidenti tenuti nascosti in occasione di attività di esperimento dell’INFN.