L’AQUILA – Vanno confermate le assoluzioni pronunciate in appello per 6 dei 7 componenti della commissione Grandi Rischi, imputati per omicidio colposo e lesioni. E’ quanto ha chiesto il sostituto pg di Cassazione, Maria Giuseppina Fodaroni, secondo la quale vanno rigettati i ricorsi presentati dalla Procura generale dell’Aquila contro le assoluzioni, dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che in questo processo e’ responsabile civile e della maggior parte delle parti civili.
Secondo il pg, dunque, e’ legittima l’assoluzione dei 6 scienziati che componevano la commissione, finiti sotto processo con l’accusa di aver dato rassicurazioni infondate ai cittadini dell’Aquila dopo una riunione avvenuta il 31 marzo 2009, dunque pochi giorni prima del sisma che, il 6 aprile, causo’ la morte di 309 persone.
Fodaroni, dunque, ha sollecitato la sostanziale conferma della sentenza emessa dai giudici della Corte d’appello dell’Aquila il 10 novembre 2014, quando vennero assolti Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di protezione civile. In primo grado, invece, tutti e 7 gli imputati (compreso Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della protezione civile, condannato a 2 anni in appello) erano stati condannati a 6 anni.
Di parere opposto, invece, la richiesta per Bernardo De Bernardinis: confermare la pena a 2 anni di reclusione inflitta in appello all’ex vicecapo del dipartimento della protezione civile, l’unico componente della commissione Grandi Rischi che, in secondo grado, e’ stato condannato per omicidio colposo e lesioni in relazione alle rassicurazioni ritenute infondate date alla popolazione.
Lo ha sollecitato sempre il sostituto pg di Cassazione, Maria Giuseppina Fodaroni, che ha chiesto alla quarta sezione penale della Suprema Corte di rigettare il ricorso dell’imputato, per il quale i giudici d’appello avevano disposto la sospensione della pena e la non menzione. Secondo il pg, ai soli effetti civili, vanno accolti alcuni ricorsi di parte civile, relativi al crollo della casa dello studente, presentati nei confronti dell’ex vicecapo della protezione civile. Per questo Fodaroni ha chiesto che venga celebrato un nuovo processo civile sulle richieste di risarcimento.