L’AQUILA – Il difensore del professore Gian Michele Calvi, Vincenzo Musco ne è convinto: “Il professore è un luminare che probabilmente tra 5-6 anni avrà un premio Nobel”. Calvi è direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, ed è tra gli imputati del processo d’appello ai componenti della Commissione Grandi Rischi all’epoca del terremoto dell’Aquila, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose.
“Durante la riunione della commissione Grandi rischi, Calvi – ha continuato Musco – ha sottolineato che lui era un tecnico e le decisioni spettavano ad altri. E poi lui non ha partecipato ad alcuna conferenza stampa, sedendosi in disparte. Ma veramente potete condannare Calvi per aver espresso un giudizio scientifico?”.
“Ha dato un giudizio scientifico e gli date 6 anni di reclusione per aver cagionato la morte delle persone?”, ha aggiunto l’avvocato Musco. “Qual è la regola cautelare che ha infranto? Io non sono riuscito a trovarla. Si tratta di una rottura del concetto di colpa come lo abbiamo costruito noi giuristi italiani in 200 anni”.
Quindi, da parte del difensore, una critica al giudice di primo grado, Marco Billi. “Noi non possiamo creare norme ma il giudice monocratico dell’Aquila lo ha fatto a partire da un dato aleatorio e del tutto generico – ha concluso Musco -: ha creato la norma del rischio. Siamo di fronte a un giudizio di colpa senza colpa”. Per Calvi, il legale ha chiesto il “proscioglimento per non aver commesso il fatto”.
Quella di Musco è stata l’ultima arringa difensiva perché l’altro intervento previsto, quello di Alfredo Biondi, che assiste l’allora ordinario di fisica dell’università di Genova, Claudio Eva, è saltato come comunicato dal legale attraverso una lettera.