L’AQUILA – Dopo circa una settimana ci sarebbe stato il tragico terremoto del 6 aprile 2009. “Chiusero i loro saperi in un cassetto. E rassicurarono gli aquilani sulla base di valutazioni “approssimative, generiche e inefficaci”. Mentre con una corretta analisi del rischio “si sarebbero potute salvare vite”. E’ il “cuore” della motivazione del processo contro i vertici della commissione Grandi Rischi, riunita all’Aquila il 31 marzo 2009. I presunti responsabili sono già stati condannati in primo grado a 6 anni per omicidio colposo e lesione colpose.
Questa mattina è iniziato il processo d’appello che è stato aperto con la richiesta di acquisizione di nuovi documenti, tra cui stralci della trasmissione televisiva andata in onda il 2013 su Rai Tre dal titolo: “Gli irresponsabili”. La richiesta e’ stata presentata da alcuni avvocati di parte civile. Ferma l’opposizione degli avvocati difensori degli imputati che hanno avanzato il rigetto ed annunciando in caso di acquisizione della trasmissione, la richiesta di un incidente probatorio per l’esame tecnico e fonico. Il collegio ha poi deciso di ammettere l’acquisizione del dvd. Lo stesso verra’ proiettato in aula. Secondo alcuni avvocati di parte civile nella stessa Bernardo De Bernardinis affermava che non si sarebbe mai aspettato una crescita di magnitudo.
Nella sua requisitoria, il Pg della Corte d’Appello dell’Aquila, Romolo Como nel corso dell’udienza ha sostenuto che “Ancora si parla di processo alla scienza contestando il lavoro della procura e del giudice, giocando sull’equivoco dell’accusa e della condanna di non aver previsto il sisma. Le voci fuori dal processo sono importanti, non e’ vero che non abbiamo orecchie per sentire in quest’aula. Lo ha detto perfino un ministro della Repubblica dell’allora governo tecnico”.
“Non si tratta di un processo alla scienza, ma ad un’errata analisi degli indicatori di rischio e ad una non corretta informazione di questa analisi”. “Giampaolo Giuliani stava facendo degli studi, non era un cantastorie, un imbecille qualunque, un circalatono, come diceva Guido Bertolaso (ex numero uno del Dipartimento di protezione civile, ndr), faceva degli studi sul radon a livello internazionale” incalza il Pg Romolo Como.
“All’Aquila – ha aggiunto – c’e’ paura del terremoto come tale, quando c’e’ una scossa percepibile, la gente scappa”.”La convocazione della Commissione Grandi Rischi, all’Aquila non era per l’incontro di quattro amici al bar, la pubblicita’ dell’arrivo all’Aquila degli esperti, ha creato aspettativa tra i cittadini. Bertolaso contesta un’affermazione che poteva svalutare l’opera della protezione civile sotto il profilo della rassicurazione. Bertolaso non dice che lui sa che lo scarico di energia è positivo, ma che i massimi esperti diranno che tante piccole scosse scaricano energia” dice ancora Como.
Alla fine della requisitoria, durata quasi due ore, il Pg Romolo Como ha chiesto per i 7 imputati della Commissione Grandi Rischi, la conferma della sentenza di primo grado, (sei anni di reclusione) tranne la pena accessoria dell’interdizione dei pubblici uffici. Ma non solo: “Chiedo che venga accolto anche l’appello del pubblico ministero (sulla morte di una donna anziana per la quale in primo grado gli imputati erano stati assolti dal giudice del Tribunale ndr) una volta che per gli altri fatti, per le altre vittime, il giudice, ha valutato l’incidenza preponderante se non esclusiva della cattiva valutazione del rischio di persone a causa delle rassicurazioni che erano state date loro, tutto cio’ vale anche per la stessa. Non e’ vero che era solita solo mettersi piu’ vicino alla porta, il figlio ha dichiarato che la signora era stata inviata ad andarsene di casa, chiedo che l’appello del pubblico ministero sia accolto”.
In mattinata, inoltre, la strada di accesso alla Corte di Appello dell’Aquila è stata interdetta e l’aula di udienza era off limits alla stampa. Il presidente di Corte d Appello Stefano Schiro’ a causa delle aule della Corte molto piccole ha deciso di tenere fuori (riservandola quella della Grandi Rischi solo agli avvocati, imputati e alle parti civili) gli organi di informazione e chiunque volesse assistere al dibattimento. Per ovviare a questa decisione di forza maggiore, e’ stata allestita una sala con dei video per seguire le udienze. Amara sorpresa per gli automobilisti che si sono trovati via Pile, la strada che costeggia la Corte d’ Appello, chiusa per questioni di sicurezza.
Adesso il cronoprogramma delle udienze in Appello ai sette membri della Commissione Grandi Rischi, prevede due udienze a settimana per otto settimane. Secondo fonti della stessa Corte di Appello dell’Aquila, il collegio avrebbe fissato il venerdi’ ed il sabato i giorni in cui tenere le udienze. La volonta’ e’ quella di chiudere entro la fine dell’anno il processo per poi decidere sul procedimento penale autonomo, ma per la stessa vicenda, nel quale e’ indagato anche l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso.
Infatti, secondo una denuncia presentata da alcune parti civili, egli sarebbe stato l’ispiratore della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 nella quale sarebbe uscito il messaggio tranquillizzante per la popolazione in relazione allo sciame sismico in atto da mesi. La Procura della Repubblica voleva archiviare il caso anche per la considerazione che estendere la colpa a Bertolaso equivaleva a restringere quella della Commissione. Il procedimento e’ stato avocato dalla Procura generale che nella scorsa estate ha chiuso le indagini preliminari e si appresta, ma non in questi giorni, a chiedere il rinvio a giudizio. Bertolaso, tramite il suo avvocato, ha inviato una breve memoria ma ha rinunciato a farsi interrogare.