ROMA – Via i circa 72 milioni di emendamenti presentati per l’Aula al dl Boschi perché sarebbero un precedente pericoloso che blocca le Camere, ma restano i circa 500 mila depositati in commissione Affari Costituzionali perché Anna Finocchiaro non li dichiarò irricevibili, ma li esaminò, li ordinò e li valutò. Pertanto restano in campo. È questa la decisione del presidente del Senato Pietro Grasso.
Insomma, è stata bocciata “solo” la valanga di emendamenti presentata dal leghista Roberto Calderoli . «Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l’abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile», spiega Grasso.
Grasso, nel suo intervento dice «no» anche al Lodo Russo: la proposta avanzata dal senatore del Pd Francesco Russo di dire no agli emendamenti della Lega perché non sottoscritti e non conosciuti con ogni probabilità dagli stessi proponenti, perché la richiesta non è supportata di fatto dal regolamento del Senato. Il presidente ribadisce come una decisione in tal senso spetti solo a lui: «Le motivazioni delle mie decisioni sono rinvenibili negli art.8 e 97 del Regolamento che attribuiscono al Presidente del Senato il giudizio di ricevibilità, proponibilità e ammissibilità degli emendamenti».
«Sia che Berlusconi decida di votare la riforma sia che decida di non votarla per me non cambia nulla. Il governo ha una buona maggioranza», dice dagli Stati Uniti il premier, Matteo Renzi, in un’intervista a Bloomberg tv. «Berlusconi all’inizio ha deciso di sostenere la riforma perché tagliava i costi del Parlamento e semplificava il processo legislativo, poi ha cambiato idea», ha aggiunto. «Penso che in Senato Berlusconi, o meglio il suo partito, non voterà la riforma ma è molto difficile fare previsioni su Berlusconi», ha concluso.