ROMA – “Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c’è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’e’ differenza”. C’è sarcasmo, più che umorismo, nel post pubblicato oggi da Beppe Grillo sul suo blog, titolo ‘i maestrini dalla penna rossa’: acida la replica a Stefano Rodotà dopo l’intervista di quest’ultimo al Corriere della Sera sul M5S.
“In prima fila persino, con mio sincero stupore, un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra – scrive Grillo – E’ tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcecaglia – dice Grillo alludendo a Nichi Vendola – è come le vecchie di ‘Bocca di Rosa’ ‘si sa che la gente da’ buoni consigli/ se non può più dare cattivo esempio'”.
Durissimo l’attacco al Pd: “C’è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese e’ del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l’impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodota’. Beli’n, questo ha perso piu’ battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Wellington a Trafalgar”.
Il leader del Movimento 5 Stelle ne ha anche per Matteo Renzi: “Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber. Renzie non è più sindaco di Firenze da tempo, è diventato un venditore a tempo pieno di se’ stesso. Vende in giro un sindaco mai usato, come nuovo”.
E ancora: “Persino Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c’è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è la Finocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che ha votato Napolitano, non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto”.