
ROMA – Nel Movimento 5 Stelle qualcisa sta cambiando? Potrebbe essere. Ma andiamo con ordine. Tanto per iniziare, dopo il lunghissimo braccio di ferro con la stampa e i ripetuti dispetti, un Beppe Grillo pacato e sereno al momento di lasciare la sua casa genovese si è diligentemente concesso a un lungo fuoco di domande dei cronisti. Aprendo chiaramente alla possibilità di un’intesa, per quanto limitata, con il centrosinistra. “Il modello Sicilia è meraviglioso”, dice riferendosi all’esperienza dell’Isola dove i 15 deputati eletti all’Ars con il movimento non fanno parte della maggioranza né del governo guidato da Rosario Crocetta, ma hanno sostenuto provvedimenti di giunta e maggioranza come Dpef e la mozione sul no al Muos, il sistema di comunicazione satellitare in costruzione a Niscemi.
Che il M5S d’ora in poi possa agire almeno in parte come forza interna al gioco istituzionale, piuttosto che come perenne outsider, è confermato anche da altre parole pronunciate dal leader. Grillo spiega, ad esempio, che sarà lui in persona a presentarsi al Quirinale per il colloquio con il presidente della Repubblica quando avranno inizio le consultazioni in vista della difficile formazione di un governo.
“Noi non siamo contro il mondo – precisa quindi il leader del movimento – Vedremo riforma per riforma, legge su legge. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma, le valuteremo”. Il vincitore delle elezione elenca subito quindi un paio di punti ai quali tiene in maniera particolare: “Se non ci sono soldi non si fanno le grandi opere, né la Tav né la Gronda (il nuovo asse autostradale di Genova, ndr). Per chi perderà il lavoro noi proponiamo il reddito di cittadinanza”.
Come era facilmente immaginabile, Grillo spara a zero sull’ipotesi di una grande coalizione tra Pd e Pdl, ma davanti alla possibilità di un’alleanza del M5S con altre forze politiche usa espressioni molto più sfumate rispetto alla chiusura netta del passato. “Non è il momento di parlare di alleanze. Messi così non riusciranno a governare. Il nostro appoggio dipende se seguiranno il nostro programma”, afferma Grillo. E così dicendo consente a chi nella coalizione Pd-Sel tifa per un dialogo con il movimento di aggrapparsi con un barlume di fiducia a quel sibillino “non è il momento”.
“Qui – prosegue Grillo – si tratta di percepire che il cambiamento è epocale. Non è solo italiano. Perché abbiamo votato on-line, perché i cittadini non hanno più intermediazioni”. Novità che il movimento intende estendere immediatamente anche all’imminente scelta del nuovo presidente della Repubblica. Il capo dello Stato, spiega, “noi lo voteremo online con il movimento” non sarà il gruppo a votarlo “ma il movimento”.