ATESSA – “Raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2016 per mettere al sicuro lo stabilimento della Honda Italia di Atessa, questo era l’accordo: ma l’impegno degli ultimi due anni rischia di essere vanificato se la casa madre giapponese non rispetta le promesse fatte al Ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre 2012”. E’ quanto si legge in una nota del segretario Uilm Chieti Pescara, Nicola Manzi, che invita la “proprieta’ giapponese e i nuovi vertici di Honda Europa a rispettare gli impegni e le promesse fatte a lavoratori e territorio”.
L’allarme del sindacato dei metalmeccanici della Uil arriva dopo l’incontro con la direzione Honda dello scorso 25 giugno, incontro nel corso del quale la Uilm ha appreso che “le perdite sono passate dai 35 milioni di euro iniziali a 13 milioni, ma questa somma e’ lievitata di 4 milioni a causa degli acquisti di componenti all’estero, per effetto del cambio euro-dollaro” e che l’azienda “per contenere i costi ha la necessita’ di acquistare dall’Asia i motori del modello PCX 125 e 150 e del modello SH 125 e 150”.
In sostanza, secondo Manzi, questo significherebbe “lo smantellamento della linea di assemblaggio motori ad Atessa”, dove la Honda ha installato il primo stabilimento produttivo europeo nel 1971 con risultati eccellenti. “La scelta prospettata appare incomprensibile visto che motori cinesi, thailandesi o vietnamiti non sono paragonabili a quelli prodotti dalla Honda Italia di Atessa, che vantano da sempre una qualita’ del 100% e non hanno mai avuto una campagna di richiamo”, sottolinea infatti il sindacalista Uilm. “I giapponesi sbagliano se vogliono fare industria con modelli cinesi.
La Honda domina nel mercato Europeo delle due ruote esclusivamente grazie al marchio made in Italy. Per questa ragione i motori devono restare ad Atessa e riteniamo la proposta di delocalizzazione sbagliata. Non dimentichiamo che la produzione dei motori power finita in America, ha tolto occupazione e lavoro al territorio per ottenere solo qualche euro di risparmio”, spiega Manzi. “Inoltre, nell’accordo ministeriale e’ scritto che ad Atessa si sarebbe dovuto realizzare il progetto FOP, cioe’ realizzare moto da customizzare per i clienti europei. Chiediamo alla Honda in quale fase si trova il progetto e perche’ non e’ stato ancora avviato? Dov’e’ finita la nuova maxi moto che, lo stabilimento di Atessa avrebbe dovuto produrre per il mercato europeo? Alla proprieta’ giapponese e ai nuovi vertici della Honda Europa chiediamo di rispettare gli impegni. Vogliamo risposte certe e garanzie, altrimenti siamo pronti a combattere per difendere il futuro della Honda Italia di Atessa e del territorio”, conclude nella nota Nicola Manzi.