TERAMO – I giardini della Provincia di Teramo, in via Milli, da questa mattina, sono intitolati a Marco Pannella, leader Radicale recentemente scomparso e cittadino “illustre” al quale l’Amministrazione comunale aveva consegnato il 13 maggio scorso le chiavi della citta’ e che aveva ricevuto la laurea honoris causa dall’Universita’ nel febbraio del 2015.
La cerimonia di inaugurazione si e’ svolta alla presenza delle autorita’, degli amici del “tra spartito Radicale” e di Radio radicale (che ha trasmesso la cerimonia in diretta) dei familiari e della compagna Mirella Parachini: “Grazie Teramo” ha detto la Parachini al termine di un saluto nel quale ha ricordato che nelle ultime settimane di malattia, quando non poteva piu’ uscire di casa, Marco Pannella stava sul balcone e si “commuoveva guardando gli alberi e gli uccelli e mi pare una cosa molto bella che a lui sia intitolato questo giardino, un primo segno tangibile che lui c’e’. Marco ci sara’ in quanto anche Teramo ci aiutera’ a mantenere vivo il suo ricordo e a portare avanti le sue idee che sono state la sua vita”.
Una gesto “affettuoso” cosi’ il presidente Renzo Di Sabatino ha spiegato la decisione di intitolare i giardini: “stavamo lavorando da qualche mese all’apertura al pubblico di questo luogo suggestivo sino ad oggi precluso alla collettivita’: e’ stato naturale pensare a Pannella. Quando i riflettori si spengono e’ necessario passare dall’emozione dei ricordi alla documentazione, alla conservazione e allo studio analitico della sua vita, delle sue battaglie, del suo ruolo storico e sociale che in questo Paese e’ stato molto forte e che molto ha influito sulle vicende politiche italiane ed europee. Penso che insieme al Comune e all’Universita’ possiamo cominciare a pensare ad un luogo dove raccogliere e rendere fruibile il suo patrimonio intellettuale e penso, perche’ no, alla Biblioteca Delfico”.
L’iniziativa si e’ svolta con il patrocinio del Comune e questa mattina, il sindaco Brucchi ha ricordato “la mattina che insieme ad una delegazione teramana, a Roma, gli abbiamo consegnato le chiavi della citta’. E’ uno dei ricordi piu’ belli che portero’ con me” ha dichiarato che “da quando Marco non c’e’ piu’ e’ come se in citta’ si fosse risvegliato un fermento, una voglia di fare da parte di cittadini e associazioni”. L
a senatrice Stefania Pezzopane ha ricordato le numerose iniziative del leader radicale, molte delle quali, ha sottolineato, “di valore europeo e internazionale nelle quali lui riusciva sempre a svolgere un ruolo da protagonista, come un leone, spesso determinando le risoluzioni che venivano approvate”. Anche per questo, ha detto la senatrice, “approfitto della presenza dell’assessore Pepe per dire alla Regione che bisogna istituire la figura del Garante dei detenuti perche’ sarebbe un segnale importante intanto nei confronti di una persona brava e competente come Rita Bernardini, tra le pochissime in grado di poter fare bene quel lavoro, e poi perche’ rappresenterebbe il giusto riconoscimento al lavoro tanto prezioso che sui detenuti e sulle carceri Marco Pannella ha fatto”.
E l’assessore regionale Dino Pepe, in rappresentanza del governatore D’Alfonso “si e’ augurato che tutte le forze presenti in Consiglio diano il loro il loro contributo convenendo sulla nomina della Bernardini”. C’e’ un “doppio filo” che lega i giardini del palazzo di via Milli (ingresso via Rosati) a Marco Pannella come ha fatto notare Di Sabatino: “Un bene che torna alla collettivita’, un simbolo appropriato per un uomo che nella sua vita ha condiviso tutto, anche i suoi beni personali, con obiettivi pubblici, politici e sociali. Ma c’e’ anche un filo conduttore di tipo storico: lo zio Giacinto Pannella nel 1888 scrisse la Guida illustrata di Teramo in occasione della Mostra operaia che si tenne proprio qui nel palazzo che allora era sede della Scuola normale femminile e nei suoi giardini”.
Quindi, l’apertura simbolica del cancello e la visita al giardino “dei cedri” che da oggi diventa “Giardini Giacinto Marco Pannella”: sulla targa una delle sue frasi: “Il crimine piu’ grande e’ stare con le mani in mano”.