L’AQUILA – Il Pd abruzzese fa mea culpa, così come a livello nazionale. Non ci sono scuse in quanto la sconfitta è netta. Raggianti i grillini. Stesso stato d’animo anche per il centro destra anche se tutti sono consapevoli che sarà molto difficile trovare un accordo in Parlamento.
In primis il residente della Regione Luciano D’Alfonso (candidato al proporzionale per il Pd al Senato della Repubblica): “Devo decidere se dimettermi o restare in Regione”.
Camillo D’Alessandro (Pd, candidato alla Camera dei deputati): “La sconfitta non ha altri nomi, si chiama sconfitta senza se e senza ma. Per quanto mi riguarda rinnovo la mia gratitudine a quanti mi hanno aiutato, votato , accompagnato. Solo più tardi si saprà con certezza il riparto nazionale degli eletti in quota proporzionale e, quindi, degli eletti anche in Abruzzo” (da facebook).
Antonio Luciani (Pd, sindaco del comune di Francavilla al mare): “Un primo dato certo è la sconfitta del Partito Democratico. Si analizzano gli errori e si continua a lottare per i valori in cui crediamo. Un’opposizione corretta e costruttiva. Il Paese va verso il centrodestra e il Movimento. Manifestazioni di gioia di Salvini e Di Maio. Non capisco ma mi adeguo. In bocca al lupo” (da facebook).
Maurizio Acerbo (Potere al popolo, candidato alla Camera dei deputati) affida a una citazione di Nelson Mandela il suo commento sul risultato elettorale postato sulla sua pagina facebook: “No easy way to freedom (Non c’è nessuna strada facile per la libertà)”.
Massimo Cialente (candidato uninominale del Pd per il Senato della Repubblica): “Ringrazio tutti coloro che con il loro voto, ancora una volta, in una fase difficilissima del centro sinistra, mi hanno testimoniato consenso e fiducia. Io ce l’ho messa tutta, come sempre. Grazie. Alle 17 Renzi si dimetterà. Credo che l’unica soluzione possibile sia una reggenza di Gianni Cuperlo, che indica subito un vero congresso politico. Basta con le primarie per scegliere il segretario. Si torni ad un vero partito” (da facebook).
Donato Di Matteo (Regione facile, assessore regionale a parchi, montagna ed edilizia popolare): “Il risultato del Pd e del centrosinistra in Abruzzo è stato più negativo di quelle che potevano essere le previsioni e del risultato nel Paese, e per questo credo che il presidente della Regione D’Alfonso abbia un’unica strada che è quella delle dimissioni per lanciare un segnale di serietà dopo la sconfitta, dando dimostrazione di umiltà e di coerenza di fronte a questi risultati. Questo è il risultato figlio di chi ha governato con arroganza la Regione. È stata sbagliata l’impostazione perché non si è capito quale è il ruolo dell’amministratore regionale e oggi ne paghiamo le conseguenze con una sciagura a livello politico”.
Antonella Di Nino (candidata uninominale del centrodestra nel collegio Pescara-Chieti per il Senato della Repubblica): “Ho perso. Non mi lascerò andare alle analisi del voto. Quelle le lascio agli altri. La volontà popolare è sovrana ed è questa che va rispettata. So solo che ho combattuto senza risparmiarmi in questa campagna elettorale così come ho sempre fatto nella mia vita politica ed amministrativa. Ma oggi il popolo ha scelto altri candidati a rappresentare questa parte dell’Abruzzo e saranno loro a doversi spendere senza se e senza ma per far valere le ragioni del nostro territorio. C’è solo una grande amarezza che mi porterò dentro per sempre, quella di aver provato tanta sofferenza quando sono stata colpita nella dignità da una parte politica che non avrà mai la mia stima. Ringrazio col cuore la mia famiglia, i tantissimi amici che hanno sempre creduto in me sostenendomi in questa esperienza e che con me hanno vissuto tutte le emozioni di questa campagna elettorale e tutti gli elettori che mi hanno accordato fiducia. Italia, Ad Maiora” (da facebook).
Sara Marcozzi (capogruppo in Regione del M5s): “Hanno vinto i programmi, non più la protesta”.
Gianni Melilla (deputato uscente di Art.1 Mdp – LeU): “Registriamo la più grave sconfitta elettorale e politica del centrosinistra e della sinistra italiana nella storia repubblicana: una vera e propria Caporetto. In Abruzzo LeU si colloca molto al di sotto preso da Sel 5 anni fa. A Pescara quasi la metà in meno. Non vi è stato nessun valore aggiunto, anzi LeU ha perso voti rispetto a Sel. Per il risultato catastrofico di LeU ci sono responsabilità evidenti in chi ha gestito e deciso il profilo programmatico, le candidature e la campagna elettorale, con rara miopia politica e maleducazione personale. Il dato di 118 pluricandidature, senza nessun rispetto per i territori e la democrazia riassume la vergogna di una gestione personalistica che è stata respinta dagli elettori di sinistra, che non hanno riconosciuto capacità innovativa e democratica al progetto di LeU. Su importanti questioni come, ad esempio, la riforma Fornero che ha sequestrato la vita di milioni di lavoratori, LeU è apparsa reticente. Dare la colpa di tutto alla politica degli ultimi 3 anni del PD e a Renzi non è stato credibile, le responsabilità del fallimento di LeU hanno origini più profonde e coinvolgono tutte le personalità che hanno diretto il centrosinistra e la sinistra italiana negli ultimi venti anni”.
Nazario Pagano (candidato di Forza Italia al proporzionale per il Senato della Repubblica): “Forza Italia in Abruzzo ha ottenuto un ottimo risultato, ben oltre la media nazionale. Si conferma primo partito del centrodestra. Da oggi siamo il secondo partito in regione Abruzzo!! #4marzo #elezionipolitiche” (da facebook). “D’Alfonso dovrebbe dimettersi, siamo pronti per vincere le elezioni regionali”
Domenico Pettinari (consigliere regionale Movimento 5 Stelle): “Il dato di queste elezioni è la grande sconfitta del presidente D’Alfonso che è stato bocciato sotto tutti i fronti. I cittadini hanno capito bene quello che ha fatto, con tagli nella sanità, nei trasporti e altro, e anche per questo hanno premiato il M5S, il nostro programma, l’onestà e i nostri valori. Per noi è un risultato storico importantissimo che ci rende fieri e orgogliosi e ci proietta verso il governo della Regione Abruzzo, perché presto si voterà nella nostra regione che siamo pronti a governare. Il presidente D’Alfonso ha perso sotto tutti i fronti e un presidente di Regione che perde così clamorosamente non può far altro che fare cento passi indietro. Si sarebbe già dovuto dimettere, ma a maggior ragione oggi”.
Stefania Pezzopane (candidata al proporzionale per il Pd alla Camera dei deputati): “Il Partito Democratico subisce un arresto storico, un colpo storico. E’ un risultato drammatico a livello nazionale e regionale. Avvertivo un forte distacco, una rabbia nei confronti del Pd e di Renzi, una rabbia a volte talmente profonda da non riuscire a risolverla, che non ha trovato soluzioni ed è diventata voto di protesta e di rifiuto contro il Partito Democratico e contro Renzi”.
Gaetano Quagliariello (candidato del centrodestra eletto con l’uninominale al Senato della Repubblica): “Mi sento un apache, assediato dai cinquestelle, questo collegio è un esempio nazionale”.
Antonio Tavani (candidato al proporzionale per Fratelli d’Italia al Senato della Repubblica): “Quando corri stai alle regole, e accetti il risultato. L’Italia più sofferente in economia, infrastrutture, occupazione e sanità ha scelto i 5 STELLE. Se ci fosse un governo del Sud toccherebbe a loro. Adesso francamente non so. Dentro il Centrodestra la LEGA ci ha asfaltato. Nessun rimpianto” (da facebook).