L’AQUILA – La terza visita in Abruzzo del premier Renzi nel giro di pochi mesi non ha trovato tutti d’accordo. Ad accoglierlo non c’erano solo le istituzioni e tutte le organizzazioni di categoria, ma anche i lavoratori dell’Aquilano e della Marsica, con sit-in delimitati e isolati dalla forze dell’ordine.
Sono gli stessi lavoratori che nei giorni scorsi hanno fatto già sentire la loro voce per una crisi occupazionale che all’Aquila soffoca famiglie e giovani. C’erano i dipendenti dei due call center a rischio licenziamento, l’Ecare e il Global Network.
I lavoratori di quest’ultimo hanno esternato il loro disappunto già nella protesta del giorno del passaggio del Giro d’Italia, la disperazione in mondovisione per un call-center fatto nascere per aiutare gli aquilani nel post sisma ad avere una speranza di lavoro e invece destinato a naufragare tra i debiti.
La rassegnazione, poi, dei ricercatori della Intecs, azienda nata dalle ceneri del centro di ricerca Technolabs, i cui dipendenti sono letteralmente parcheggiati dall’azienda che ha deciso di tagliare le commesse all’Aquila e non sa che cosa farsene di lavoratori dalle alte competenze nel campo delle telecomunicazioni.
Rischiano il licenziamento anche le tute blu, o meglio nere come l’acciaio che manovrano, dei lavoratori della Vesuvius di Avezzano che producono elementi per le acciaierie. Si tratta di 80 lavoratori non più giovanissimi che ora temono di non avere più un futuro.:
Ma questi lavoratori in difficoltà non sono passati inosservati. Infatti una delegazione di tutte le aziende è stata ricevuta dal premier Matteo Renzi e dal sottosegretario Claudio De Vincenti in un velocissimo colloquio mediato dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. Meno fortunati invece i precari della giustizia che non hanno potuto far altro che restare in attesa fuori dall’Auditorium.