STRASBURGO – Nulla può farci tornare indietro dall’Unione Europea. E, dal punto di vista economico, occorre mettere in campo una strategia capace di rilanciare la crescita. Perché l’austerità, allo stato attuale, «non regge più. La svolta che oggi si auspica da parte di molti non può andare nel senso della irresponsabilità demagogica e del ripiegamento su situazioni di deficit e di debiti eccessivi». Lo ha sottolineato il capo dello Stato Giorgio Napolitano, intervenuto oggi a Strasburgo davanti al Parlamento europeo. Il discorso è stato interrotto da esponenti della Lega, che hanno contestato il presidente. Fischi da parte degli altri europarlamentari, che hanno criticato l’interruzione.
Il gruppo del Carroccio, con magliette, fazzoletti verdi e cartelloni, si è alzato in piedi e ha interrotto il presidente al grido: «Basta euro». Esposti anche manifesti con la scritta: «No euro». Dopo l’interruzione, il presidente dell’assemblea di Strasburgo Martin Schulz ha ripreso la parola e ha invitato Napolitano a proseguire.
Per Matteo Salvini, Mario Borghezio e Mara Bizzotto, che hanno interrotto il discorso, potrebbe scattare una sanzione. È quanto prevede il regolamento dell’Europarlamento. I tre eurodeputati rischiano “punizioni” come l’ammonizione, la sospensione del mandato o dell’indennità di soggiorno.
Nel pomeriggio, ad alcune ore dall’intervento, Napolitano ha commentato le proteste della Lega. «Sono assolutamente marginali e modeste, sono le tradizionali proteste della Lega», ha affermato il presidente. Chi sostiene l’uscita dall’euro – ha continuato ha una «posizione distruttiva» e porta avanti «una propaganda ingannevole». Dai risultati delle elezioni europee, che potrebbero premiare i partiti euroscettici non dovrebbe esserci «una ricaduta meccanica sugli equilibri nazionali».
Dopo qualche minuto, il post di Salvini su Facebook. «Napolitano dice che “le proteste della Lega sono marginali e modeste”? Al posto suo starei più attento», ha scritto il segretario federale della Lega Nord. «Se si fa un giro senza scorta, fra giovani disoccupati, cassaintegrati, imprenditori e artigiani rovinati, per dir loro che l’euro é bello e non si tocca, altro che proteste marginali».
Nel suo intervento davanti al Parlamento europeo, il presidente della Repubblica ha ricordato che ogni azione di rilancio si deve concentrare in primo luogo sull’economia. E serve una politica «finalmente europea». Occorre in particolare «rompere il circolo vizioso di una Europa intrappolata», ha affermato. Per fare ciò, non bisogna tuttavia indulgere a politiche «irresponsabili»: occorre «riflettere sul circolo vizioso ormai insorto tra politiche restrittive nella finanza pubblica» e situazione dell’economia europea «giunta al bivio tra primi segni di ripresa e rischi, se non di deflazione, di sostanziale stagnazione».