Tutti pronti a partire per trasferirsi all’estero e vivere con tranquillità la vecchiaia. Questa è la fotografia che emerge da un’autorevole indagine: due italiani su tre si dicono pronti a emigrare in altri paesi nel momento in cui diventeranno pensionati, per poter mantenere lo stesso livello di vita di cui hanno goduto durante la vita lavorativa, che gli assegni fortemente decurtati dalle ultime riforme sulle pensioni non possono più garantire.
Se il dato nazionale si ferma al 64%, mentre quello della nostra regione impensierisce ancora di più, perché è ben il 72% dei cittadini abruzzesi che si sta accingendo a preparare la valigia.
Un cittadino su due è, infatti, convinto che l’assegno percepito una volta uscito dall’ambiente di lavoro non solo non sarà sufficiente per garantire lo stesso livello di vita, ma addirittura non permetterà di soddisfare i bisogni primari che, con la terza età, diventano anche più urgenti.
I timori maggiori che impensieriscono i futuri pensionati abruzzesi sono molteplici: più del 40% degli intervistati ha dichiarato di aver paura di non riuscire a garantire a sé stesso o al coniuge le cure mediche necessarie, il 22% non sopporta l’idea di non poter più sostenere i figli e i nipoti come ha fatto finora e il 18%, viceversa, è terrorizzato dall’idea di non poter più essere autosufficiente e di dover chiedere aiuto ai familiari. Un allarmante 32%, infine crede che potrebbe finire in povertà assoluta e diventare un indigente, nonostante una vita passata a lavorare.
Purtroppo questi non sono solo allarmistici timori, ma concrete possibilità, vista la crisi nera in cui il paese è sprofondato e dalla quale sembra sollevarsi con pachidermica lentezza.
Che fare, dunque? Quali sono le alternative che i cittadini abruzzesi cercano? Come organizzano i loro risparmi per farli fruttare al meglio e per garantirsi una copertura per il periodo della pensione?
Quasi la metà, il 44%, ha intenzione di puntare, o ha già puntato, sulla previdenza complementare, attivando formule pensionistiche alternative. Il 34%, invece, vuole tenersi ben stretto il suo capitale, lasciandolo sul conto corrente e conservandolo per il futuro.
In effetti va sottolineato come oggi sia possibile aprire conti correnti online su cui accumulare il proprio denaro, senza correre il rischio che questo venga eroso da spese e balzelli vari, solitamente presenti sui conti correnti classici; il conto corrente di CheBanca è un esempio di quanto stiamo dicendo, in quanto è quasi totalmente gratuito, oltre a proporre strumenti di investimento personalizzati, se si desidera approfittarne, anche se solo il 20% degli intervistati ha dimostrato interesse a far fruttare sul mercato finanziario quel poco che gli avanza.
Ciò che è sicuro è che qualsiasi alternativa di welfare si scelga bisogna agire per tempo e cominciare ad accumulare quel poco che è possibile fin da subito; in questo senso emerge una maggior maturità da parte dei cittadini che pare abbiano compreso la necessità di essere lungimiranti e responsabili, più del 38% dichiara di aver cominciato ad accantonare qualcosa non appena ha iniziato a lavorare, se si vuole sperare di vivere una meritata vecchiaia in serenità.