PESCARA – Biancazzurri a riposo nonostante la sconfitta di domenica in campionato. La squadra tornerà in campo domani pomeriggio al centro Vestina ma senza otto elementi, convocati dalle rispettive nazionali per lo spareggio di qualificazione all’Europeo Under 21 (Perin, Capuano, Romagnoli con l’Italia, Celik con la Svezia) e per le gare di qualificazione ai Mondiali 2014 (Quintero in Colombia, Bjarnason in Islanda, Vukusic in Croazia e Weiss in Slovacchia).
Il tecnico però in queste due settimane di allenamenti spera di recuperare alcuni degli infortunati. Su tutti Cosic, fermato da una distorsione alla caviglia sinistra, e Modesto, vittima di uno stiramento a Bologna. A Udine, il 21 ottobre, il Pescara ritroverà anche gli squalificati Zanon e Weiss.
Ieri a pranzo l’Under 21 di Mangia si è radunata all’Hotel Villa Maria di Francavilla. Nel pomeriggio allenamento al Vestina a porte chiuse. Oggi lavoro a Francavilla. Tra i convocati ci sono anche gli ex biancazzurri Immobile ed Insigne.
E a proposito di ex, Verratti è stato molto chiaro a proposito del suo interesse per la maglia della Nazionale: “Per l’Italia giocherei anche in porta”. Marco è pronto a mettersi a disposizione del ct azzurro Cesare Prandelli e assicura che, se chiamato in causa, “darò il 100%”. “Il mister farà le sue scelte e sicuramente mi farebbe piacere giocare: se mi metterà alla prova cercherò di dare delle risposte”, dice il talentino del Psg, non preoccupato dalla concorrenza. “Ci sono tanti bravi giocatori qui, io cercherò di rispettare le consegne del mister se mi farà giocare. Sono l’uomo del futuro? Le responsabilità fanno parte del calcio, ma penso giorno per giorno cercando solo di ricambiare la fiducia di Prandelli e di Ancelotti, devo pensare prima al presente e poi al futuro”.
Riguardo la sua possibile collocazione in campo, Verratti spiega che “l’anno scorso con il Pescara qualche volta ho giocato trequartista”. In Francia ha imparato a farsi conoscere e Prandelli lo segue con grande attenzione: “Io non mi sento importante, sicuramente ho la fortuna di essere in nazionale a 19 anni e non è una cosa che capita a tutti, ma cerco sempre di rimanere me stesso e di migliorare: è l’unica cosa da fare alla mia età”. Di Parigi, spiega, “non ho ancora visto tanto. In squadra ci sono giocatori con tante nazionalità diverse e questo ti aiuta a conoscere diverse culture. Sarà un bagaglio d’esperienza che mi porterò dietro tutta la vita”.