TERAMO – La Val Vibrata potrebbe essere riconosciuta come come “area di crisi complessa”. Tutto questo darebbe la possibilità di accedere ai finanziamenti che vengono messi a disposizione per “le crisi industriali complesse del Sistema locale del lavoro”. Si tratta di fondi che consentirebbero di finanziare anche opere infrastrutturali, come la Pedemontana a nord, oltre ad incrementare le misure a sostegno del sistema impresa.
Dal 2008 al 2015 in Val vibrata sono andati persi quasi 6 mila posti di lavoro: è per questo motivo che la Regione Abruzzo ha deliberato il riconoscimento di “area di crisi complessa”, provvedimento indispensabile per il Mise per avviare il procedimento di valutazione.
Il vicepresidente Giovanni Lolli, l’assessore regionale Dino Pepe e il presidente Renzo Di Sabatino hanno spiegato il percorso seguito e le prossime iniziative. “Siamo fiduciosi rispetto alle iniziative perché stiamo viaggiando parallelamente con la Regione Marche. Non è una riedizione del vecchio protocollo Vibrata-Tronto, bensì una proposta nuova che vede direttamente coinvolti anche gli imprenditori. A quelli che nonostante tutto hanno resistito e investito va lanciato un messaggio forte: non sono soli perchè le istituzioni locali stanno lavorando per loro, per le loro imprese e per i loro dipendenti”.
Ottimista anche il vicepresidente Lolli che precisa: ‘A scanso di equivoci noi riconosceremo la Vibrata anche come area di crisi semplice perché in quel caso è la Regione a gestire direttamente i finanziamenti. La prossima settimana cominciamo a inviare ufficialmente la documentazione: la valutazione comporta qualche mese di lavoro ma il fatto che anche la Regione ci metta dei suoi finanziamenti non è un elemento secondario’. Non sono molte le aree di crisi complesse già finanziate in Italia, fra queste figurano Rieti, Piombino e Termini Imerese: in lista d’attesa il Molise, Gela e Taranto.