PESCARA – Pescara, Montesilvano, Giulianova, San Salvo e tante altre località costiere letteralmente inondate a causa dell’innalzamento del mare innescato dai cambiamenti climatici in atto. Il possibile scenario è stato ricostruito da Climate Central, un’organizzazione americana sui cambiamenti climatici, sulla base di rigorose pubblicazioni scientifiche comparse anche anche sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) statunitense, che stanno circolando sui media di tutto il mondo, riguardano anche l’Abruzzo.
‘Infatti lo strumento messo a disposizione da Climate Central (http://sealevel.climatecentral.org/) consente finalmente di comparare e di visualizzare per il grande pubblico le conseguenze di diversi scenari emissivi o di aumento della temperatura sul livello medio marino e sulle coste.
Mette a confronto l’impatto delle scelte di riduzione dei gas clima-alteranti (ad esempio, comparando uno scenario “business as usual” con l’aumento incontrollato delle emissioni con quello di un taglio netto immediato) oppure del livello di aumento della temperatura media globale (ad esempio, confrontando cosa avviene con un aumento di 1,5 gradi rispetto ad un aumento di 4 gradi)’, afferma in una nota il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.
‘Ricordiamo che la temperatura media globale è già aumentata di 1 grado e a Parigi i governi si sono accordati per un obiettivo di aumento a 2 gradi. Un accordo molto lodato ma che già ora sta mostrando tutti i suoi limiti, tanto che anche l’UNEP, l’Agenzia dell’ONU sull’ambiente, ne ha denunciato le criticità.
L’innalzamento del livello medio marino è già in atto ed è un fenomeno che ha una certa inerzia. In ogni caso i processi sono stati già innescati e le mappe fanno comprendere immediatamente come gli obiettivi di riduzione delle emissioni devono essere assolutamente più ambiziosi per evitare la catastrofe climatica. Con i 2 gradi di aumento “concordati”, la costa abruzzese diverrebbe invivibile per larghe aree’, evidenzia il Forum.
‘Climate Central evidenzia di non conoscere la velocità della trasformazione, cioè il tempo che intercorrerà tra l’aumento della temperatura e il verificarsi dello scenario perchè questo aspetto è ancora oggetto di studi. Ricordiamo però che diversi modelli ci dicono che già entro la fine del secolo ci sarà un innalzamento del mare di diverse decine di centimetri. Se pensiamo che alcune opere pubbliche (strade ecc.) vengono progettate con una vita di 50-100 anni possiamo capire che l’impatto è concreto già da ora. Sull’erosione costiera, ad esempio, bastano pochi centimetri per avere effetti pesantissimi sull’economia. Lo stesso vale per i sistemi fognari delle aree costiere che potrebbero divenire inservibili.
I risultati sono impressionanti e permettono di far comprendere i rischi dei cambiamenti climatici per il genere umano. L’associazione mondiale dei meterologi aveva avvertito scrivendo testualmente che “il Pianeta Terra rischia di diventare inospitale per le future generazioni”.